Vittorio Cecchi Gori non ha mai smesso di seguire la sua Fiorentina. L’indimenticato ex presidente gigliato, l’ultimo ad aver sollevato un trofeo, la Coppa Italia del 2001, continua a vivere con passione le vicende della squadra tra campionato e coppe europee. Intervenuto quest’oggi in esclusiva ai microfoni di Radio FirenzeViola, durante la trasmissione “Garrisca al Vento”, ha detto la sua sul momento viola, tra dubbi su Palladino, elogi a Moise Kean e un chiaro messaggio a Commisso.
“Palladino? A Firenze non si mette mai tutti d’accordo”
Sul nome dell’allenatore, che divide il tifo e l’ambiente, Cecchi Gori è cauto ma lucido: “Un allenatore si conosce davvero solo lavorandoci insieme. Da fuori è difficile giudicare. Però la Fiorentina quest’anno ha fatto bene. Va ricordato che l’allenatore da solo non è determinante: molto dipende dai giocatori e dalla qualità della rosa. Guardate il Napoli: se quest’anno vince lo scudetto, è anche perché Conte ha scelto personalmente i suoi uomini. È così che si può fare meglio”.
“Kean è il miglior centravanti italiano: la Juve ha sbagliato a lasciarlo andare”
Sul nome del momento, Moise Kean, l’ex presidente è netto e senza esitazioni: “A me è sempre piaciuto. L’avrei preso prima, già ai tempi della Juventus. Mi ha sempre colpito: si vedeva lontano un miglio che avrebbe fatto il salto. Oggi è forse il miglior centravanti italiano”.
“Commisso deve tenerselo stretto: certi attaccanti non si trovano più”
Non manca un consiglio diretto al patron viola Rocco Commisso, proprio in merito alla gestione del talento azzurro: “Il rapporto con i giocatori è fondamentale, e bisogna anche saperli accontentare. Kean è cresciuto nella Juve, ma Firenze deve tenerlo a tutti i costi. Un attaccante così non lo trovi facilmente”.
“Con Batistuta servì un progetto vero. Vale ancora oggi”
E infine, il ricordo si fa amarcord. Quando si parla di grandi attaccanti, inevitabile il nome di Gabriel Batistuta, simbolo della Fiorentina degli anni ’90: “Ogni campione sogna Barcellona o Real Madrid. Ma Firenze è una piazza importante. Io convinsi Batistuta con un progetto serio e ambizioso. Lo stesso si può fare oggi, con i giocatori giusti e una squadra costruita con criterio”.