Vittorio Feltri, direttore di Libero e storicamente simpatizzante viola, ha affidato alle pagine di Tuttosport il suo pensiero relativo alla situazione attuale della Fiorentina e di Paulo Sousa.
“Ho sempre avuto molta simpatia per la Fiorentina, della quale ricordo a memoria la formazione che vinse il primo scudetto e anche quella che vinse il secondo. Addirittura ho la tessera di Penna viola. Purtroppo il terzo scudetto i gigliati lo hanno soltanto sfiorato un paio di volte ai tempi d’oro di Antognoni, giocatore delizioso ed indimenticabile. La maglia quaresimale è stata indossata anche da Baggio, il quale, quando fu ceduto, sollevò un caso simile a quello di Higuain. Va bene, sorvoliamo. La premessa serviva solo a far capire al lettore che se critico la Fiorentina è per eccesso di affetto. La squadra è buona, dispone anche di alcuni campioni, il pubblico è tra i più appassionati d’Italia e lo scorso anno ebbe modo di sognare, almeno nella prima parte del campionato vissuta con la certezza di un trionfo. Che non ci fu. Tra l’ altro l’armata di Sousa pratica un calcio elegante che dà spesso la sensazione di sfociare in gol. Ma è solamente una sensazione, anzi, un’illusione. Perché il suo problema è proprio la difficoltà di sbattere il pallone in porta. Cosicché quando va di lusso arriva un pareggio. E ne sono arrivati troppi nelle ultime partite. Di conseguenza la classifica soffre: 17 punti. Occorre considerare che la Fiorentina deve ancora recuperare una gara, pertanto teoricamente potrebbe arrivare a 20 punti, sempre pochi in rapporto alle sue potenzialità. Che le sta succedendo? L’analisi tecnica non evidenzia lacune strutturali. Gli atleti esaminati singolarmente non hanno nulla da invidiare ai colleghi dei club più rinomati. Ma il rendimento sul campo è inadeguato al loro valore. A mio modesto giudizio manca all’ambiente un pizzico di entusiasmo indispensabile a caricare il morale del collettivo. I calciatori infatti hanno la faccia triste come se invece di giocare fossero costretti ad assistere ad una cerimonia funebre. Ce la mettono tutta, ma se non riescono a vincere lo stato d’animo da dolenti, ovvio che non riescano a vincere un incontro. E dispiace perché un torneo senza i viola protagonisti è come un piatto di spaghetti cacio e pepe senza pepe. Non è saporito. A proposito di mestizia, chi ne è afflitto maggiormente è l’allenatore che, quando viene intervistato dalla tv, pare immancabilmente in procinto di scoppiare in lacrime. Anche l’aspetto di Sousa è malinconico. Più che il trainer di una équipe di baldi giovanotti, il nostro sembra il titolare di una qualificata impresa di pompe funebri. O cambia il suo umore o bisognerà cambiare lui”.
Vittorio Feltri, da Tuttosport