La società ha deciso di non decidere. 10 punti nelle ultime 10 partite, 8 sconfitte nelle ultime 16 gare di campionato, 9 sconfitte nelle ultime 16 partite complessive. I numeri non mentono e raccontano di una Fiorentina che è crollata. Non è un periodo negativo, non è una partita storta o un calo di forma, è una debacle lento e costante: 16 partite equivalgono quasi a metà campionato, sono 4 mesi di partite. Siamo andati oltre il limite. La squadra è ottava e il Milan, nono in classifica, dista solo 1 punto. La situazione potrebbe addirittura peggiorare, se consideriamo il calendario in campionato nelle prossime 3 partite: Juventus, Atalanta e Milan.
Cosa fa la società? Nulla. La scelta è quella di non intervenire, il declino è sotto gli occhi di tutti, cosi come i numeri che sono oggettivi ma in casa viola si è scelto di non provare a cambiare le cose. Dunque, sebbene le responsabilità dell’allenatore siano sotto gli occhi di tutti e sebbene, questa volta, finalmente, la società ha fatto un mercato degno all’altezza delle ambizioni, però nel momento in cui scegli di non intervenire per cercare di cambiare le cose, sei responsabile al pari dell’allenatore. Perchè la stagione sta prendendo una direzione fallimentare in campionato, e non far nulla adesso è una scelta precisa, che potrebbe rivelarsi nefasta. Il rischio enorme è quello di restare fuori dalle coppe europee nella prossima stagione. Sarebbe un fallimento totale.
La Fiorentina non sembra funzionare più da dicembre, oggi siamo a marzo. Il tempo c’è stato, i campanelli d’allarme anche, le partite horror pure, da Monza ad Atene, fino a Verona e le figuracce in casa contro Torino e Como, solo per stare negli ultimi 2 mesi. Adesso non vedere è impossibile. Resta un unico grande salvagente alla stagione viola, vale a dire la Conference League. Il cammino verso la finale prevede di battere Panathinaikos, probabilmente Lugano e c’è da capire cosa farà il Betis, che rischia di essere già eliminata dal Guimaraes. Dunque, almeno in Europa, la Fiorentina potrebbe salvare la stagione. Con la grande amarezza del campionato, in un anno in cui la squadra era stata costruita per grandi obiettivi e la classifica ti ha aspettato fino all’ultimo.
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