Cos’è capitato alla Fiorentina? La squadra di Paulo Sousa, che l’anno scorso nel girone d’andata aveva strabiliato tutta l’Italia, oggi sembra non esserci più. Sei gol in sette giornate, il quattordicesimo posto in classifica e la vittoria che manca ormai da un mese preoccupano non poco l’ambiente. Come ammesso dallo stesso Sousa, la squadra non gira, tuttavia il vero problema è un altro.
I viola, infatti, “non girano” dal 29 febbraio scorso, quando al Franchi pareggiarono 1-1 con il Napoli. Dopo quell’ultima, discreta, prova di forza (non era da tutti pareggiare contro il Napoli al top della condizione), la compagine gigliata entrò definitivamente nel tunnel delle brutte prestazioni e proseguì la sua stagione collezionando due vittorie, sei pareggi e quattro sconfitte, uno score da retrocessione.
Questa è stata la Fiorentina del girone di ritorno e, purtroppo, questa è ancora la Fiorentina, nonostante un paio (nel vero senso della parola) di nuovi innesti tra difesa e centrocampo. Il problema di Borja Valero e compagni, dunque, non è certo la continuità di vittorie, quella manca ormai da otto mesi.
Come si suol dire (e non avremmo mai voluto dirlo), “I nodi sono venuti al pettine”. Tutti i difetti e le lacune che questa squadra si porta dietro da tempo stanno rovinando un intero inizio di stagione. Colpa di chi non ha saputo correggere gli errori, o tappare adeguatamente i buchi, ma in un momento come questo trovare capri espiatori è completamente inutile.
I tifosi, intanto, hanno cominciato a fischiare, anche perché la zona retrocessione a -3 punti comincia a far paura, la proprietà, invece, sta cercando di mantenere l’ordine, limitando le dichiarazioni, ma tutti sicuramente sperano di uscire al più presto da questa brutta situazione.
La palla adesso passa a Sousa e ai giocatori, a loro il compito di trovare una via d’uscita, magari già da domenica prossima a Cagliari. D’altronde la classifica è ancora apertissima, ma non aspetterà certo che i viola ritrovino il giusto assetto.
Occorre rapidità, innovazioni tattiche, ma soprattutto carattere da parte di tutti, dall’allenatore, cambiato radicalmente a partire da febbraio 2016, ai giocatori, veterani in primis. Non sarà un gruppo da Scudetto, né da zona Champions, ma il quattordicesimo posto è troppo poco, per loro e per i tifosi che non lo meritano.
Tommaso Fragassi