«Vedo i viola favoriti, per più motivi». David Pizarro, formidabile doppio ex di Fiorentina e Roma, non ha dubbi su chi parta avvantaggiato nella sfida di domani sera al Franchi. Così come è certo che, nonostante si trovi in Cile in attesa di tornare in Italia (lo farà a inizio anno nuovo), il Pek non si perderà nemmeno un minuto di quella che ormai è diventata la sua partita del cuore. Che, inevitabilmente, sarà diviso a metà. Ecco le sue parole a La Nazione.
Ci spieghi, Pizarro: forse la Fiorentina è più forte?
«In questo momento del campionato ancora i valori delle rose contano poco. È il momento delle squadre che fa la differenza: i viola stanno bene, viaggiano sulle ali dell’entusiasmo e sono reduci da tanti successi. La Roma invece è ancora alla ricerca di se stessa: Juric non è riuscito a incidere».
Cosa le sta piacendo dei viola?
«La chiarezza del percorso tecnico che sta portando avanti il club. Da Italiano a Palladino è cambiato il gioco, è vero, ma non la voglia di primeggiare su ogni campo e di avere una forte identità. Raffaele ci ha messo un po’ a entrare nella testa dei giocatori ma ora ce l’ha fatta».
E del caos a Roma dalla cacciata di De Rossi in poi che dice?
«Quella resta una vicenda inspiegabile: non si può esonerare dopo poche gare un allenatore che aveva costruito a sua immagine la squadra. In una società seria una cosa come quella capitata a Daniele non può accadere. Perciò dico ai fiorentini: tenetevi stretto Commisso».
Perché?
«È una figura presente che, anche da lontano, quando le cose non vanno bene parla e si espone. A Roma invece i Friedkin non si fanno mai sentire: non conosciamo nemmeno la loro voce».
Torniamo alla Viola: le piace questo centrocampo?
«Con gli addii di Bonaventura e Arthur la squadra ha perso molto ma ha fatto ottimi innesti. Adli, per esempio, è un vero colpo: non avrei mai immaginato che il Milan se lo sarebbe lasciato scappare. Poi Bove e Cataldi sono bravi negli inserimenti: se la Fiorentina riempie di più e meglio l’area avversaria è per merito loro».
Dalla Roma, a gennaio, potrebbe arrivare Zalewski…
«Cambiare aria gli farebbe bene soprattutto a livello mentale, visto che nella Capitale è quasi sempre contestato. A Firenze potrebbe esprimersi sui livelli della Nazionale».