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Peppe Di Stefano su Jovic: “Arrivò al Milan in condizioni fisiche precarie. Non è un attaccante da 4-3-3”

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Peppe Di Stefano su Jovic: “Arrivò al Milan in condizioni fisiche precarie. Non è un attaccante da 4-3-3”

Redazione

27 Marzo · 14:44

Aggiornamento: 27 Marzo 2024 · 14:44

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Joe Barone mancherà a tutti. Colonna portante di un gran progetto e persona preparata nel suo lavoro.

Peppe Di Stefano è intervenuto su Radio Bruno, da Milanello, per parlare del match di sabato tra Fiorentina e Milan.

Come sta procedendo la settimana del Milan tra indisponibili e infortunati?. “La vera ripresa del Milan sarà domani. Oggi è il momento del rientro dei nazionali. Il vero giorno di ripresa sarà quindi giovedì, con la formazione rossonera che riprenderà gli allenamenti in vista della sfida al Franchi. La formazione di Pioli, se togliamo la sosta, viene da un buon momento, con delle importanti e solide vittorie, con una difesa più bloccata, grazie al rientro di Tomori che ha dato certezze. Sarà una partita molto particolare per la prima senza Joe Barone. Quello potrà intaccare sicuramente la partita, anche dal punto di vista dinamico ed emozionale”. 

Parliamo di un ex, Luka Jovic che all’andata si procurò il calcio di rigore per la vittoria di misura del Milan. Come sta andando la stagione del Serbo?:A me è sempre piaciuto, aldilà del rendimento altalenante. Jovic arrivò al Milan in condizioni fisiche al limite del precario. La stagione scorsa aveva fatto due, tre mesi, anche per scelte personali, a parte. Non si allenava in gruppo e non aveva più il ritmo partita nelle gambe. Il club rossonero, nonostante tutto, ci ha creduto e ha puntato sulla sua veloce ripresa. Da inizio dicembre è capocannoniere del Milan, con più gol di Giroud, Leao e Loftus-Cheek. Le poche chance che ha avuto, le ha sfruttate benissimo. Per me non è un attaccante da 4-3-3 o 4-2-3-1, ma è un giocatore che deve avere un’altra punta accanto, perchè in quel modo riesce ad esaltarsi e sfruttare al meglio le proprie caratteristiche. Credo che l’anno prossimo resterà al Milan, da comprimario, non da titolare, ma sono convinto che resterà qui. E’ anche molto educato e rispettato nello spogliatoio”.

Che immagine ci restituisci della Fiorentina da esterno in questo momento?: “Io sono un estimatore di Vincenzo Italiano, lo seguivo dai tempi della Serie C. Quello che tocca lo rende oro. Sono convinto che la Fiorentina farà un bellissimo percorso in Conference. A volte mi sorprendono dei passaggi a vuoto che non mi so spiegare. Si passa da una squadra insipida, ad un rullo compressore. Ricordo con piacere un aneddoto. Una delle ultime volte che sentii Joe Barone, mi disse: “Il Milan ha preso un grande giocatore, si chiama Christian Pulisic. Vedrai che nel campionato Italiano andrà in doppia cifra e farà la differenza”, aveva ragione. Mi piace sempre ricordarlo come una persona fantastica e un gran dirigente. A Firenze mancherà come colonna portante di un grandissimo progetto”.

Ultima domanda. Il futuro di Vincenzo Italiano, dove pensi che possa essere?: “Alcune volte ci sono percorsi che sono destinati a fermarsi. Tuttavia, dopo la scomparsa di Barone penso che il mister ci rifletterà bene. Queste cose però le capiremo soltanto nelle prossime settimane. E’ troppo presto ancora per capirlo”.

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