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Labaro viola: il mondo viola minuto per minuto
MENO MALE CHE CHIESA C’E’… L’EDITORIALE DI STEFANO BORGI

Firenze, stadio Artemio Franchi, 16.09.2017, Fiorentina-Bologna, Foto Fiorenzo Sernacchioli. Copyright Labaroviola.com Federico Chiesa

Editoriali

MENO MALE CHE CHIESA C’E’… L’EDITORIALE DI STEFANO BORGI

Stefano Borgi

28 Maggio · 00:50

Aggiornamento: 28 Maggio 2018 · 09:58

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Il calciomercato è la cosa più folle, più pazza, che il genere umano conosca. Quello che è certo alle 8, non lo è più alle 9. Ciò che è probabile oggi, diventa impossibile domani. Il calciomercato è il paradigma del transitorio, è un inno al precariato, è l’esaltazione dell’incertezza e dell’imprevedibilità. Il calciomercato è un grande gioco, ma è anche l’essenza del calcio… e per questo non possiamo farne a meno. Siamo quindi consapevoli di andare incontro ad un grande rischio scrivendo queste righe sul calciatore più richiesto del momento: Federico Chiesa. Però, perchè il nostro titolo non figuri come una sorta di spot elettorale, spieghiamo ragioni e motivazioni.

Cominciamo da un’annotazione storica, che si lega perfettamente col presente: i 60 (presunti) milioni offerti dalla Juventus, i 50 del Napoli, l’interessamento dell’Inter, del Chelsea (tutto molto presunto), ed il muro dei Della Valle che si negano ad ogni trattativa, ci ricordano il presidente Melloni che a fine anni ’70 soleva dire: “non vi ho comprato nessuno, è vero, però vi ho tenuto Antognoni”. Addirittura, si narra, che nel 1978, l’avvocato Agnelli (da sempre innamoratissimo del capitano) avesse offerto i cartellini di Benetti e di Causio in cambio del numero 10 viola. E che Melloni avesse rifiutato, forte del parere di Antognoni che non se la sentiva di lasciare Firenze dopo una salvezza all’ultima giornata. Altri tempi, altri personaggi. Ora, non vogliamo paragonare le due situazioni temporali, anche perchè i portafogli delle due proprietà sono diversamente gonfi, e perchè Della Valle qualcuno dovrà comprare (sopratutto se da Nyon arrivasse l’Europa). Però pensateci bene: Federico Chiesa come un bene prezioso da conservare, uno scudo da mostrare, da brandire, contro le potenze economiche che vogliono accaparrarsi il prodotto “made in Florence”. Seconda similitudine, l’importanza di uno personaggio come Federico Chiesa per attirare la gente, per fare gli abbonamenti, per l’immagine ed il senso d’appartenenza. In un periodo dove le vacche faticano ad ingrassare. Anche in questo caso il paragone con Antognoni sorge spontaneo: ricordate quando la gente andava allo stadio… “solo per vedere Antognoni?” Ecco, non siamo certo a quel livello (il paragone tra i due sarebbe ingeneroso), però se c’è qualcuno che può fare la staffetta tra il campo ed il cuore, avvicinare bambini e giovani tifosi alla Fiorentina, questi è solo e sempre Federico Chiesa. E allora lo spot elettorale, ad un tratto diventa realtà.

E proprio da Federico riparte la stagione viola, o meglio… violazzurra. Leggendo qua e là, vedrete che si parla solo di Balotelli, addirittura promosso vicecapitano (con tanti saluti alla meritocrazia). Noi preferiamo puntare sulla pianticella viola, che stasera partirà (presumibilmente) titolare nel 4-3-3 di Roberto Mancini. Sarà questa una stagione fondamentale per Chiesa, chiamato a confermarsi (ma anche a crescere) in maglia viola, a conquistarsi un posto stabile in nazionale, in vista dell’Europeo del 2020. Federico Chiesa ha 21 anni, una famiglia alle spalle, un padre procuratore alle spalle (ma anche davanti) che lo protegge e lo cura. Federico Chiesa ha testa, anima, non ha tatuaggi, nè creste. E allora quale posto migliore di Firenze e la Fiorentina dove fare i tagliandi e presentarsi tirato a lucido? Anche per questo non facciamo fatica a credere alle intenzioni della proprietà.

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