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Lino Guanciale e il suo tifo per la Fiorentina da lontano: “Per colpa di mio padre e di Baggio”

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Lino Guanciale e il suo tifo per la Fiorentina da lontano: “Per colpa di mio padre e di Baggio”

Redazione

7 Marzo · 14:44

Aggiornamento: 7 Marzo 2022 · 14:44

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Lino Guanciale ormai da qualche anno è il re della fiction targata Rai. Sia nelle serie rivolte a un pubblico femminile, come Non dirlo al mio capo con Vanessa Incontrada o L’Allieva con Alessandra Mastronardi, sia nelle serie noir e poliziesche come Il Commissario Ricciardi o La porta rossa è sempre lui il protagonista maschile e da stasera comincia la sua nuova avventura in Noi, la trasposizione italiana della fortunatissima serie made in USA This is Us.

Ma scopriamo di più sulla sua vita privata e in particolare sul suo rapporto con lo sport.
Lino Guanciale per gran parte della sua adolescenza è stato uno sportivo. Da bambino era piuttosto schivo e introverso e praticava uno sport individuale come il nuoto, poi ha avuto una folgorazione per il rugby. Come ha raccontato alla Gazzetta nel 2019, a 12 anni ha cominciato a giocare con la palla ovale e si è fatto notare con il Rugby Avezzano, la squadra della sua città, fino a far parte delle nazionali giovanili, dalla Under 16 all’Under 19.

“Mi allenavo con Mauro Bergamasco, Walter Pozzebon, Andrea Masi, – ha raccontato – insomma gente che ha fatto il Sei Nazioni, ma anche la storia di questo sport. Ma a un certo punto mi fu chiaro che se avessi voluto andare avanti avrei dovuto pensare solo a quello e io avevo da poco scoperto quanto mi piacesse fare l’attore. Però è stato un onore aver fatto parte di quella generazione lì”. Ha anche confessato che intorno ai 17-18 anni aveva pensato di dedicarsi totalmente al rugby, ma nel frattempo era nata in lui anche la passione per la recitazione.

Quando si parla di calcio Lino Guanciale non è tifoso di squadre abruzzesi, ma della Fiorentina. Lui stesso ha spiegato che tifa Viola “per colpa di mio padre e di Baggio, che mi hanno illuso fossimo la squadra più forte del mondo”. Suo padre è stato un bravissimo calciatore a livello amatoriale e in seguito è diventato medico, occupandosi anche di squadre di calcio. Lino stava per seguire le orme del padre e aveva anche superato il test d’ingresso a Medicina, poi la voglia di recitare ha prevalso e allora ha cambiato facoltà e si è iscritto a Lettere, ma a 21 anni ha lasciato l’università per frequentare l’Accademia Nazionale d’Arte drammatica Silvio D’Amico, dove si è diplomato nel 2003.

Come la maggior parte degli artisti e in particolare come quasi tutti gli uomini e le donne di teatro, Lino Guanciale ha i suoi rituali scaramantici. In una intervista a IoDonna ha ammesso: “Ne ho di tutti i tipi. Per passare in modalità concentrata schiocco le dita 13 volte. In palcoscenico entro sempre col piede sinistro. Il nostro è un mestiere che ha a che fare con l’ansia, e mi attrae l’idea di andare a sbattere contro questa paura, entrare in contatto col pubblico dà un piacere che non ha eguali. Se il prezzo da pagare è l’iperventilazione perenne lo pago volentieri”. Poi ha raccontato di avere un fratello psicologo dalla “calma olimpica” a cui spesso chiede consigli.

Da quando ha smesso di giocare a rugby, Lino Guanciale non si è più allenato molto, anche se ogni volta che vede una palla ovale non si contiene e deve provare qualche drop. Come ha detto lui stesso era “un ottimo difensore, un buon placcatore, un bel centro e un’ala”. Inoltre è sempre rimasto fedele al rugby come stile di vita: “Pensate alla regola che proibisce di passare la palla in avanti: per me è una splendida metafora della vita e di quello che dovrebbe essere la democrazia”. Adesso si tiene in forma grazie al teatro perché, ha spiegato, “è molto fisico”. Gli piacerebbe andare a nuotare, ma non riesce a trovare il tempo, mentre la corsa lo stanca mentalmente.

Lino Guanciale nel luglio del 2020 ha sorpreso tutti con la notizia del suo matrimonio. Dopo una lunga storia con la collega Antonietta Bello, ha sposato, dopo una breve frequentazione, la pugliese Antonella Liuzzi, project manager della Bocconi e imprenditrice. A novembre del 2021 Lino Guanciale è diventato papà e suo figlio si chiama proprio come il personaggio che interpreta nella nuova fiction, Pietro. E proprio come Pietro di Noi, Guanciale ha detto che ora il grande desiderio suo e di sua moglie è di adottare un bambino di colore. A Oggi, infatti, ha spiegato: “È un desiderio mio e di mia moglie poter adottare un bambino di colore. È una vergogna che i bambini nati qui, nonostante parlino italiano e con l’accento delle città, debbano essere costretti a porsi il problema nel rapporto con i compagni di scuola che possono dirsi italiani in virtù di attestati”. Lo scrive Gazzetta.it

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