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Gonzalo: “Convinsi Borja Valero a venire con me alla Fiorentina. Rifiutai il Napoli, Firenze era casa mia”

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Gonzalo: “Convinsi Borja Valero a venire con me alla Fiorentina. Rifiutai il Napoli, Firenze era casa mia”

Redazione

29 Giugno · 11:46

Aggiornamento: 29 Giugno 2020 · 11:46

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Con questa pandemia, ha detto Gonzalo Rodriguez a Gianlucadimarzio.com ho capito “Che il calcio non mi è mai mancato, mi sono reso conto che è arrivato il momento di godermi i compleanni dei miei figli, di portarli al parco. Avevo perso la voglia di allenarmi, di lasciare casa per andare in ritiro. Ho 36 anni e sei interventi alle gambe”.

Nel 2012 aveva pensato di tornare al San Lorenzo “Dovevo andare via dal Villarreal perché eravamo retrocessi. La situazione economica era difficile e io volevo cambiare. Poi però è arrivata la Fiorentina. Macia e Pradè volevano prendere sia me che Borja Valero. O tutti e due o nessuno. Borja non sapeva che fare: ‘Guarda che Firenze è bellissima’, gli dicevo per convincerlo. Alla fine disse di sì. A novembre vincemmo 3 a 1 a San Siro con il Milan. Eravamo quarti. Quando tornammo, la stazione era piena di tifosi. Da lì fu amore”.

Sopra un taxi la musica è sempre la stessa: ‘Con la Juve vincete eh’. Succede il 20 ottobre 2013. Tevez e Pogba portano Conte all’intervallo sul 2-0: “Eravamo distrutti – ricorda Gonzalo – ci dispiaceva per la gente. Montella fu fondamentale nello spogliatoio, ci tirò su. Nella ripresa li abbiamo mangiati fin da subito”. Finirà 4-2, tripletta di Giuseppe Rossi: “Era in un momento incredibile. Che sfiga ha avuto nella sua carriera, senza infortuni avrebbe giocato nelle più grandi d’Europa”.

Chiesa?”Di solito fra le giovanili e la prima squadra c’è una grossa differenza ma per lui sembrava non fosse cambiato nulla. Prese ritmo fin da subito. Il suo futuro? Ha un babbo che sapeva giocare benino a calcio… lasciamo che lo decida con lui”.

Neanche quando il Napoli gli bussò alla porta lasciò Firenze: “Mi offriva di più rispetto a quanto facesse la Fiorentina. Io però non avevo bisogno di soldi, a Firenze avevo famiglia e amici. Mi sentivo a casa, avevo anche la fascia”.

“Astori? Era sempre il primo compagno che abbracciavo quando la squadra faceva gol – ha aggiunto Gonzalo -. Era lì, accanto a me. Esultare è stata una gioia rara che ci ha unito”.

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