A Firenze, non solo il ritorno di Borja Valero, anche quello di Matias Vecino. La Fiorentina è stata la squadra che lo ha portato in Italia, a parametro zero, e lo ha rivenduto in estate all’Inter per venticinque milioni di euro, la cifra della clausola rescissoria. Stefano Pioli avrebbe voluto tenerlo, ci parlò anche nel ritiro di Moena, ma il destino era già scritto. Il ritorno al ‘Franchi’ sarà segnato da un pizzico di emozione. Matias avrebbe fatto molto comodo a questa Fiorentina, a Moena si racconta di un Corvino furioso alla notizia del pagamento della clausola di rescissione dall’Inter.
Il direttore generale viola puntava molto su Vecino, nei progetti sarebbe dovuto essere una delle colonne della rifondazione dopo le tante partenze ma poi arrivò l’inter a rovinare tutto. Pioli spesso aveva parlato con il calciatore prima del suo addio per spiegargli la sua idea tattica e la sua importanza nella formazione titolare.
L’errore è stato quello di non togliere la clausola rescissione che non era affatto esagerata, quella clausola messa da Pradè quando la valutazione di 25 milioni era fuori mercato e fuori da ogni logica per l’uruguaiano. Dopo però Corvino ha avuto la colpa di non aver messo mano a quella stessa cifra. Così l’inter lo ha preso e Spalletti lo ha reso inamovibile.
Corvino ha cercato di convincere in tutti i modi Vecino a rimanere ma non c’è stato nulla da fare. E in ritiro a Moena le grida del direttore si sono sentitie forti e chiare. Vecino sarebbe dovuto rimanere, una cessione che non è andata giù a nessuno. Il resto è storia nota..
Flavio Ognissanti