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Che fine ha fatto Matthias Lepiller? L’enfant prodige finito nel dimenticatoio
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Che fine ha fatto Matthias Lepiller? L’enfant prodige finito nel dimenticatoio

Gianmarco Biagioni

10 Maggio · 13:42

Aggiornamento: 10 Maggio 2018 · 13:58

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Lepiller-Di Carmine: la Juve torna a casa, in semifinale vola Fiorentina“. Fantacalcio? Nostalgici tornei di Playstation per riempire grigi pomeriggi? Niente di tutto ciò… Poiché il titolo di apertura risale al 3 giugno 2008, giorno in cui la Primavera viola guidata da Bollini stese la Juventus nella fase finale del Trofeo Giacinto Facchetti.

Sembra una vita fa ed in effetti lo è, perché 10 anni nel calcio sono davvero tanti. Quasi un’intera carriera. Carriera che, all’epoca, si prospettava lunga e luminosa per uno dei giovani protagonisti di quella partita… Stiamo parlando di Matthias Lepiller.

Il francese nasce a Le Havre, nel giugno 1988, e proprio con la squadra della sua città fa il suo esordio nel calcio professionistico, a soli sedici anni. Il grande salto nel calcio dei grandi non passa certo inosservato, tanto che la Fiorentina decide di investire 600.000 euro in questo attaccante dal fisico esile ma dalla buona tecnica. È il 2006 quando il francesino sbarca in riva all’Arno e viene aggregato alla formazione Primavera, nella quale militerà per due stagioni senza mai finire nei radar di Cesare Prandelli.

L’avventura fiorentina si conclude nel 2008 e per Lepiller, da lì in poi, sarà un lungo peregrinare che lo porterà a vestire le maglie di Grasshoppers, Eupen, Hellas Verona, Novara e Juve Stabia. Oggi Matthias, a nemmeno trent’anni, è passato dalla condizione di essere una promessa viola ad essere tristemente svincolato… Poiché non mette piede su un campo di calcio da circa tre anni.

Un destino amaro, forse beffardo, ma sicuramente comune a molti altri ragazzi transitati dalle parti di viale Manfredo Fanti nel corso di quegli anni. Seculin, Mazuch, Tagliani, Hable, Di Carmine, Carraro su tutti e lo stesso Lepiller… Tanti, giovani e promettenti che, complice l’impossibilità di affermarsi in una prima squadra all’epoca stellare, non sono riusciti a costruire la propria fortuna altrove.

Gianmarco Biagioni

 

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