
Carlos Dunga ha rilasciato una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport, ecco un estratto sulla Fiorentina:
Quattro anni alla Fiorentina.
«Bellissimi, pieni. Eravamo un gruppo molto uni-to. Quando venne Pruzzo ancora di più. Dopo l’allenamento andavamo a prendere l’aperitivo insie-me. Lui girava sempre con la sua Porsche. Lo prendevamo in giro. “Da dirigente, al massimo, ti potrai permettere una Fiat Uno’».
In campo ti facevi sentire, eri un gran rompi-scatole.
«Quella Fiorentina aveva bisogno di un rompisca-tole. Doveva sempre dare qualcosa in più».
Il giovane Baggio si affidò a te.
«Baggio era un brasiliano mascherato da italiano. Si divertiva con il pallone. Era veramente felice solo quando stava in campo. A fine allenamento ci fermavamo io, lui e Borgonovo a battere punizioni e a tirare al volo».
Borgonovo, triste storia.
«Abbiamo avuto dei casi come il suo anche qui da noi. Leggo tanto su questo argomento, ma la scienza non è arrivata a conclusioni certe. I farmaci? Ho sempre cercato di prenderne il meno possibile».
Arriva Vittorio Cecchi Gori e decide che non servi più alla Fiorentina.
«Con il padre Mario avevo una bellissima relazione. Poi, purtroppo, è arrivato il figlio con un altro personaggio. M’invitano a cena e mi dicono che sarò il loro capitano, ma avrei dovuto raccontare le cose che accadevano nello spogliatoio».
Dovevi fare la spia?
«Ho risposto che non ero il personaggio giusto per fare questo. Poi ho commesso un grande sbaglio: ho raccontato il fatto ai giocatori e due minuti dopo la cosa era arrivata al presidente. Sono finito fuori rosa».