
Parlando del prossimo turno di campionato, Labaroviola ha contattato in esclusiva Domenico Roma, direttore sportivo dell’US Lavello ed uno degli scopritori di Youssef Maleh, ex di turno nella sfida di lunedì sera al Penzo di Venezia.
Buongiorno Domenico, come hai conosciuto il giovane Maleh?
“È stato nel 2017′, ero nello scouting del Cosenza e girando per l’Italia mi capitò di andare a seguire Cesena-Milan del campionato Primavera 2. Ebbene nei bianconeri fui colpito da due giocatori, ovvero Maleh e la punta Akammadou”.
Cosa ti colpì dell’Italo-marocchino?
“Quell’anno agiva da trequartista, ma ben presto capiì che il suo vero ruolo era la mezz’ala sinistra. Già a quell’età si vedeva che era bravo nel rendere facili le giocate più difficili. Il tutto condito con una bella capacità di corsa ed abnegazione”.
Cosa non fece andare a buon fine la trattativa?
“Fu un colpo di sfortuna. Proprio in quella stagione il Cesena fallì e tutti i ragazzi si scivolarono, nel frattempo il mio lavoro col Cosenza terminò e non potei entrare nel cuore della trattativa”.
Oggi il passaggio alla Fiorentina lo reputi giusto oppure sarebbe stato opportuno un prestito sempre in A in club di più basso livello?
“La Fiorentina è il club giusto per farlo crescere, so come lavora lo staff di Italiano, sono amico di Piero Campo (preparatore atletico della Fiorentina..ndr). Ho conosciuto anche il direttore Prade e Joe Barone al calciomercato, due persone qualificate per far tornare i viola ai fasti di un tempo”.

Nel centrocampo di Italiano può ricoprire il ruolo di interno sinistro, ha la concorrenza di Castrovilli e Duncan. Troppo per lui?
“Assolutamente no, nel percorso di Maleh la concorrenza è fondamentale. Troverà gli stimoli giusti per spingere al massimo”.
Marco Collini
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