
L’aspetto forse più interessante da analizzare della Fiorentina vista contro il Verona, tornata a vincere (per ora in casa) e a segnare, sono le scelte di Italiano. La prima: schierare Christian Kouame al centro dell’attacco. L’ivoriano, 24 anni, è più che altro una seconda punta, adattato esterno proprio dal tecnico viola, che ieri ha creduto in un nuovo esperimento. Coraggioso, tra l’altro, perché non è affatto semplice cambiare assetto quando giochi ogni tre giorni.
In questo senso la pausa per le Nazionali cade al momento giusto e dovrà essere usata per sviluppare soluzioni nuove a difetti ormai conosciuti. Una di queste può essere proprio l’utilizzo di un centravanti mobile in mezzo al tridente.
Kouame è partito divorandosi un gol a porta vuota dopo quattro minuti, poi però si è rivelato decisivo. Un moto perpetuo, dalla mediana alle fasce, che ha creato occasioni in serie, difeso un sacco di palloni con il fisico e aperto spazi per gli inserimenti dei compagni, in particolare degli esterni. Che, tra l’altro, hanno segnato entrambi i gol della gara. Increduli i tifosi del Franchi quando, sotto un cielo limpido come nei disegni, alle 15.14 Ikoné ha deciso di rivelarsi. «Ma allora ci sa fare» avranno pensato dopo quel dribbling secco su Coppola con cui è entrato in area. Durante l’esultanza Amrabat gli ha stretto la testa con le mani come a dirgli «ragazzo, è questo che ci aspettiamo da te». Nico Gonzalez, invece, ha chiuso i conti nel recupero quando Kouame era già uscito da una decina di minuti, una conferma che è parsa disegnata dall’alto per ribadire quanto l’assenza dell’ala argentina ha influito sulle ultime prestazioni.
Infine, tornando a Kouame, non va dimenticato che è stato lui a procurarsi il rigore (un intervento di Coppola, che giornataccia la sua: sostituito al 45’) che poi Biraghi ha sbagliato. Il tutto favorito da un Verona che ha sempre giocato a viso aperto, lanciandosi in avanti e lasciando campo e modo alla Fiorentina di ripartire o andare in verticale. Finora il gruppo aveva sofferto la dinamica opposta: avversarie chiuse a riccio contro cui andare a sbattere.
Una scelta tecnica, quella di Kouame come falsissimo nove, che ai numeri nove «veri», Cabral e Jovic, deve suonare nella testa fastidiosa come la sveglia del mattino. La staffetta tra loro due adesso non è più l’unica possibilità nelle mani di Italiano, che gli ha fatto capire in maniera limpida che si aspetta di più. L’altra mossa dell’allenatore che potrà rivelarsi utile in futuro è stata alzare Barak da mezzala a trequartista, con Mandragora e Amrabat a fare da filtro in un modulo che quando la Fiorentina attaccava sembrava più un 4-2-3-1, con Barak sempre vicino a Kouame. Lo scrive il Corriere Fiorentino.
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