Ma se chi era rimasto contuso è stato medicato e ha avuto modo comunque di rientrare in hotel e poi in Italia con i primi voli del mattino, la situazione per i sei tifosi fermati è molto più complessa. Tanto che ieri mattina dopo che dal Portogallo era rimbalzata la voce sui sei arrestati, la tifoseria viola aveva subito promosso una raccolta fondi per le pagare le spese legali. Dopo lo striscione «liberate i nostri fratelli» firmato 1926 e apparso in nottata davanti al Franchi la solidarietà si è allargata al web e soprattutto ai social. E le donazioni saranno sicuramente utili ai sei tifosi visto che dovranno sostenere il processo che è stato fissato in Portogallo per la prossima settimana. Prima però, probabilmente già oggi, potranno far ritorno in Italia dopo essere stati rilasciati in attesa dell’avvio procedimento giu-diziario.
A Braga i metodi degli agenti sono stati invece anche troppo determinati. Dopo che nella serata di mercoledì, con le prime centinaia di ultras in centro, tutto era filato liscio grazie a un ingente spiegamento di forze é stato durante il corteo che portava i tifosi viola allo stadio che si sono creati gli attriti. Nonostante la presenza di molte famiglie, che in mattinata avevano colorato Braga con sciarpe e bandiere viola, qualcosa è andato storto poco dopo aver lasciato la piazza principale del centro, con i poliziotti che hanno caricato il gruppo di sostenitori viola ben prima che il corteo fosse nelle vicinanze dello stadio. Fumogeni e petardi hanno alimentato la tensione come si vede nel video poi divenuto virale (altra similitudine con quanto avvenuto in Olanda) e se in un primo momento gli scontri si sono limitati a manganelli e aste delle bandiere è stato di lì a poco che i poliziotti hanno estratto le pistole e sparato proiettili di gomma ad altezza uomo colpendo alcuni tifosi viola. Poi gli arresti, la notte in cella e ora l’immintente processo. Lo scrive il Corriere Fiorentino.