Intervenuto in conferenza stampa, Pantaleo Corvino si è (ri)presentato a Firenze. Lo ha preceduto il presidente Cognigni che ha ribadito l’importanza di rispettare il Fair Play finanziario, ma anche di far crescere il valore della squadra, motivo per cui è stato fatto tornare l’ex DS gigliato, con la nuova qualifica di direttore generale e unico referente di Paulo Sousa. Il suo compito sarà scoprire talenti, giocatori motivati che permettano di fare il salto di qualità. Di seguito le parole di Corvino.
“Stare in una situazione come questa, in quella che sento come casa mia, sono attimi che vorrei non terminassero mai. Abbiamo passato momenti belli e momenti brutti, ma vorrei iniziare da quello striscione che mi accolse nel mio primo anno a Firenze da avversario e dalla telefonata che mi hanno fatto i Della Valle appena ho chiuso il mio rapporto col Bologna. Ma, soprattutto, inizio indossando questa sciarpa di un signore, un grande tifoso (Ciuffi ndr) che mi regalò molti anni fa”.
“Abbiamo calciatori di alto livello e per questo ringrazio Pradé, un settore giovanile di qualità, da una tifoseria che vive in simbiosi con la squadra e che sa dare grandi motivazioni e io sono uno che se non sente l’adrenalina non riesce a lavorare. Come ho detto a Sousa, se giochiamo bene e lavoriamo bene noi della dirigenza, possiamo arrivare a qualcosa di grande”.
Sul budget per il mercato
“Parlando con il mister ho detto che dobbiamo lottare per il vertice, come mi ha chiesto la proprietà. Parlare di budget è fuori tema, le nostre intenzioni sono di mantenere il nucleo principale di questa squadra e cercare di migliorarla”.
Sulle sue motivazioni
“Sono tornato per fare meglio, siamo tutti ambiziosi, dai tifosi, all’allenatore, alla squadra, fino ai giornalisti. Io qui sto bene e sento quell’adrenalina giusta per raggiungere qualche traguardo”
Su cosa è mancato in passato per vincere e su cosa manca oggi
“In passato ci siamo andati vicini più volte, spesso a causa di episodi, come quella semifinali di Europa League persa ai rigori. Oggi invece dobbiamo essere bravi noi, ma ci vorrà anche un po’ di fortuna”.
Sul suo sogno e sul neo direttore sportivo
“Il mio sogno è cercare di vincere qualcosa e dare un senso di fare calcio, fino dal settore giovanile. Carlos Freitas, portoghese dall’ottima carriera, mi affiancherà. Adesso stiamo cercando figure professionali, abbiamo contattato Jorgensen, per offrirgli un ruolo full time di rappresentanza che comprenda anche il ruolo di scout nell’area scandinava”.
Sui giovani
“Quest’anno la Fiorentina ha la necessità di avere una rosa da 25 giocatori, con 4 provenienti dal proprio settore giovanile ed altri 4 provenienti da settori giovanili italiani. Bernardeschi è una nostra risorsa, un calciatore che sarà per noi un patrimonio e che deve ripartire con noi quest’anno”.
Su Rui Costa
“Ho fatto un’analisi su di lui dentro di me, ma non l’ho mai contattato. L’ho chiamato per parlare di calciatori, ma era occupato, ma non per chiedergli di venire a Firenze”.
Sulla possibilità di creare una squadra solo con il settore giovanile
“Abbiamo tutti fame, non mi dispiacerebbe di creare una squadra solo sul settore giovanile, ma ci vorrà del tempo”.
Sul suo ritorno
“Se devo dare un titolo a questo ritorno in viola, prendo in prestito il nome della scuola artistica dell’Arte Povera. Sousa mi ha raccontato che gli piace lavorare la terra e io gli ho detto che saremo due poveri contadini che lavorano dalla mattina alla sera”.
Su Ljajic
“Siamo in una fase in cui non abbiamo ancora fatto nomi concreti per il mercato”.
Tommaso Fragassi