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Arbitro Sacchi ignora l’assistente e sceglie di non dargli la mano. Rocchi furioso, lo sospende per una partita
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Arbitro Sacchi ignora l’assistente e sceglie di non dargli la mano. Rocchi furioso, lo sospende per una partita

Redazione

9 Ottobre · 20:45

Aggiornamento: 9 Ottobre 2023 · 20:47

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Sessismo? No, superficialità. Ma il video dell’arbitro Sacchi che non stringe la mano alla collega assistente Di Monte nel tunnel prima di Lecce-Sassuolo 1-1 di venerdì avrà comunque conseguenze severe per il direttore di gara: dopo avergli fatto una bella lavata di capo, il designatore Rocchi lo metterà in castigo per almeno una partita.

L’episodio, esploso sui social, è avvenuto prima dell’ingresso in campo delle squadre: Juan Luca Sacchi saluta il capitano dei neroverdi Ferrari e poi, per fare lo stesso col leccese Strefezza, gli viene la pessima idea di saltare bellamente la sua assistente Francesca Di Monte, guardalinee internazionale della sezione di Chieti, che resta visibilmente (e giustamente) esterrefatta.

Sessismo? No, leggerezza. Una scortesia (comunque ingiustificabile) della quale l’arbitro non si è nemmeno reso conto, causata forse dallo stress del pre partita e dalla premura di stringere subito la mano all’altro capitano, come se un secondo in più facesse la differenza. «È assolutamente da escludere un gesto sessista — la nota dell’Aia all’Ansa — e ovviamente anche uno sgarbo personale. Il problema per noi non esiste, è stato solo un gesto involontario e male interpretato. Stupisce piuttosto che si parli di sessismo all’interno di un’associazione che ha fatto dell’abbattimento di ogni barriera di genere uno dei suoi principali traguardi raggiunti».

La difesa di Sacchi arriva anche da parte della stessa Di Monte, che col fischietto di Macerata è in ottimi rapporti, tanto che lei stessa era sorpresa per il clamore della vicenda e ha chiesto ai vertici arbitrali di non eccedere con la punizione. «Mi dispiace che sia stato definito un caso un semplice gesto di fraintendimento — il suo commento —: ho letto parole grosse verso un collega che non ha avuto nessuna mancanza di rispetto e verso un gesto istintivo che invece è stato definito sessista».

I due, per intenderci, all’indomani della gara — diretta benissimo, come confermano dall’Aia — sono rientrati con lo stesso treno. «Con lei ho un rapporto splendido, a fine gara abbiamo riso insieme dell’episodio», insiste Sacchi.

Nessuno screzio personale insomma alla base dell’episodio, ma la superficialità di un arbitro che nonostante non sia più un ragazzino — ha quasi 39 anni e dirige in A dal 2015 — talvolta pecca di leggerezza in alcuni atteggiamenti. Chissà che gli studi da mental coach, che è poi uno dei suoi impieghi nella vita, non gli siano d’aiuto: questa bufera mediatica è forse più complicata da gestire di un errore di campo, come quello che a gennaio scorso in Monza-Inter 2-2 gli è costato qualche settimana di punizione.

Una cosa è certa: Rocchi è furioso. Ha ribadito a lui e al tutto il team arbitrale, alle prese con un ricambio generazionale non semplice, che da quando si arriva allo stadio a quando si torna a casa occorre essere impeccabili in ogni dettaglio, proprio per evitare di cadere in gaffe come questa. Con decine di telecamere sparse un po’ ovunque dentro allo stadio, ogni situazione anche minima va curata con lucidità. Perfino dentro allo spogliatoio. Lo scrive il Corriere della Sera 

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