Nel corso dell’intervista a La Repubblica, Raffaele Palladino, ha anche parlato del suo bomber, Moise Kean e del giovane difensore, Pietro Comuzzo, oggi in Nazionale: “La società mi ha subito assecondato (rispondendo alla domanda se avesse voluto Kean, ndr). Mi sento un fratello maggiore per Moise. È il primo che ho chiamato a Firenze. Non veniva da anni importanti, ma abbiamo creduto nel ragazzo e nel calciatore. Può fare un grande campionato ma deve stare sempre bene fisicamente.
Se mi preoccupa la clausola da 52 milioni? Se arriva una società che paga tutti quei soldi vuol dire che è stato fatto un grande lavoro da parte di tutti. Firenze e la Fiorentina devono godersi questo Kean. Pensiamo al presente, che è bello. Abbiamo dato un attaccante fortissimo alla Nazionale. La sua fame e la voglia di andare a far gol all’ultimo secondo col Verona sono il manifesto di quello che sta facendo. Ha una grande mentalità, non deve mai farsi condizionare da niente e qualora si distraesse lo capirei subito. E una mia qualità: lo noto subito, da chi abbassa la testa in allenamento.
Comuzzo? Lo chiamo “soldato” perché è così in tutto ciò che fa. Un grande difensore, sono d’accordo con Spalletti. Ha talento nel fermare gli avversari, nei duelli individuali. Adesso viene il difficile: non lo affrontano più come un giovane ma come un nazionale”.
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