
Su le colonne de La Nazione ha scritto il suo consueto editoriale il giornalista Stefano Cecchi. Questo il suo pensiero sulla partita della Fiorentina: “Potremmo anche chiamarla Kayode, una vittoria per la Fiorentina nel segno del suo terzino. giovane, sfrontato e luminoso come il mese di maggio. Kayode, che dopo l’errore iniziale da matita blu di Milenkovic, corre a suturare la palla diretta in porta da Nandez e poi esulta, a ragione, come se fosse un gol fatto. Kayode, che quando si lancia per verticale in mezzo al campo sembra avere la forza di mille motrici e l’irruenza di un uragano. Kayode, che quando raccoglie il lancio geniale di Gonzalez e sbatacchia la sfera nel caos dell’area, sembra istigare con la sua prepotenza i difensori sardi all’autogol. Kayode, che con il piccolo principe Beltran e il tamburino sardo Parisi, racconta di un possibile futuro viola fatto di tante giornate radiose. Radiose e calde proprio come quest’ottobre che non vuol saperne di arrendersi all’autunno”.
Kayode continua ad incantare, Pradè lo esalta: “E’ impressionante non so dove possa arrivare”