Come riporta la Gazzetta dello Sport, stavolta il big bang riguarda l’attività e gli affari di un procuratore. Uno dei più conosciuti al mondo. Fali Ramadani, di origini macedoni ma con residenza in Irlanda, grande firma del calciomercato, è indagato dalla Procura di Milano per evasione fiscale, riciclaggio e autoriciclaggio.
E ieri i finanzieri del nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza hanno bussato alla porta di 9 club di A (Inter, Milan, Juve, Verona, Fiorentina, Napoli, Torino, Cagliari, Roma) e due di B (Frosinone e Spal) per acquisire le mail scambiate fra il procuratore e le società, che comunque non risultano sotto indagine.
Anche se l’istinto è quello di pensare che possa esserci un collegamento fra l’indagine “Prisma” della Procura di Torino sulle plusvalenze Juve, che ha messo nel mirino anche l’attività di alcuni procuratori, va ricordato che l’inchiesta di Milano nasce all’inizio dell’anno, quindi prima di Torino, su segnalazione di Bankitalia. Soldi “occultati” In pratica, i soldi delle “commissioni”: fra gli affari studiati anche il denaro versato per il passaggio di Chiesa dalla Fiorentina alla Juventus e per quello di Pjanic dal club bianconero al Barça, sarebbero stati versati dalle società su conti correnti di filiali milanesi intestati a Ramadani o a società a esso riconducibili.
A quel punto il denaro sarebbe stato girato verso alcune società estere sempre rispondenti al procuratore, sparse per tutta Europa, da Dublino a Malta, dalla Gran Bretagna alla Bulgaria. Una geografia illecita secondo il pm Giovanni Polizzi e il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, convinti che questi passaggi siano avvenuti eludendo il fisco fino al punto di immaginare un’evasione di almeno 7 milioni, attraverso «una stabile organizzazione occulta», parole usate dai pm nel decreto di acquisizione che ha portato la Finanza nella sede degli 11 club.
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