È giunto al termine, scrive oggi il Corriere Fiorentino, il lavoro del tavolo tecnico sui nuovi stadi voluto dalla Lega Serie A e presieduto dal dg della Fiorentina, Joe Barone. Nel report finale il team di lavoro ha analizzato tutte le criticità legate alla costruzione di nuovi impianti e se proprio la Fiorentina era stata la più critica («La burocrazia sta uccidendo l’Italia» aveva detto di recente il presidente Commisso) anche nel documento in questione si evidenzia il bisogno di ridurre tempi e passaggi burocratici.
Dallo studio, come riporta Calcioefinanza.it, emerge infatti un quadro molto più rallentato rispetto ai campionati europei più importanti, figlio di un processo autorizzativo troppo vincolante. La presenza di un numero massiccio di soggetti da coinvolgere, nonché il bisogno di ricevere doppie approvazioni, non sta favorendo la nascita di progetti per stadi nuovi, o di semplici ristrutturazioni, e sotto questo profilo è evidente il ritardo della Serie A.
In Italia gli step obbligatori per l’approvazione di un progetto sono due e il numero di soggetti coinvolti superiore a cinque, come in Inghilterra, mentre in Spagna e Francia vi è un unico step con due sol soggetti, quanto alla Germania il numero è variabile ma vi è il coinvolgimento solo dell’autorità federale o statale. D’altronde le fasi dell’iter autorizzativo italiano sono sette, come in Inghilterra e Francia, dunque superiori alla Spagna (quattro fasi) e alla Germania (due fasi). Nonostante dei cinque paesi presi in esame l’Italia sia l’unico che può disporre di una legge sugli stadi l’iter in questione può durare tra i due e i tre anni, mentre all’estero si esaurisce nel giro di un anno.

Scenari che la Fiorentina già conosce viste le difficoltà per la ristrutturazione del Franchi e l’opzione sui terreni di Campi di Bisenzio dove tutto l’iter andrebbe avviato. Anche per questo Barone e i club hanno presentato 14 proposte di miglioramento riferendosi ai processi autorizzativi, ai ruoli e alle responsabilità e alla sostenibilità dei progetti.

Tra le richieste la possibilità di un iter semplificato per il rinnovamento di stadi esistenti (nel caso dei viola lo stadio Franchi) agevolazioni fiscali, termini certi per le interlocuzioni con gli enti, la creazione di una commissione unica in cui siano presenti tutte le istituzioni pubbliche, la previsione che i soggetti proponenti possano essere anche i club, l’ottenimento della proprietà della struttura al termine della concessione di 99 anni a un prezzo di riscatto agevolato, l’utilizzo dell’area entro 500 metri dall’impianto per attività di sicurezza ed entro 2 chilometri per i parcheggi senza dimenticare la revisione di quella presunzione di interesse culturale per impianti sportivi in uso che necessitino di rifacimento che riguarda da vicino proprio lo stadio di Firenze.