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Vincenzo Italiano: se giocare bene e vincere diventano la stessa cosa la strada è quella giusta

Firenze, stadio A.Franchi, 03.04.2021, Fiorentina-Empoli, foto Lisa Guglielmi. Copyright Labaroviola.com

Approfondimenti

Vincenzo Italiano: se giocare bene e vincere diventano la stessa cosa la strada è quella giusta

Giuseppe Cizza

18 Aprile · 11:53

Aggiornamento: 18 Aprile 2022 · 18:35

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Esultanza Fiorentina

Uno dei dibattiti più interessanti e divisori del calcio moderno è senza dubbio quello che (non) mette d’accordo i cosiddetti ”giochisti” ed i cosiddetti ”risultatisti”. Due fazioni agli antipodi calcistici, la prima  fermamente convinta che in questo sport, i risultati, possano essere raggiunti solamente attraverso l’espressione di un gioco gradevole e di concetto, e gli altri, che invece guardano solo al tabellino, e non ritengono imprescindibile che la manovra della propria squadra sia necessariamente da stropicciarsi gli occhi ”se tanto poi vince..”.

Allegri, Conte o Simeone, tutti tecnici per i quali il risultato viene prima di ogni cosa, talvolta criticati per non essere in grado di offrire un gioco particolarmente gradevole; che pure possono vantare invidiabilissimi palmares, prendono insomma ”le distanze” da tutti gli innamorati seguaci dei Guardiola, Klopp, Bielsa, che invece partono dal gioco (per poi arrivare al risultato).

IL PROTOTIPO DELL’ALLENATORE MODERNO

Per calare questa discussione nei temi di casa nostra, dunque, non resta che interrogarsi su quale ”fazione” possa essere collocato il nostro mister, Vincenzo Italiano.

Ebbene, secondo l’opinione di chi vi scrive, Italiano si colloca esattamente nel mezzo. Con le dovute proporzioni, sia chiaro, ma la direzione di questo progetto tecnico è indissolubilmente orientata verso questo credo calcistico.

L’ex Spezia ha ridato credibilità di classifica alla nostra Fiorentina, ma non avrebbe potuto farlo in un modo diverso da quello che ha adoperato, perchè questa squadra ( e questo è uno dei meriti più evidenti del mister) aveva bisogno di tornare a ”piacersi” prima ancora di gioire per l’ottenimento di una vittoria.

Vincenzo Italiano è per la Fiorentina questo, e tanto altro ancora, l’aver ritrovato un’identità di gioco, l’essere da esempio per altre importanti piazze calcistiche del panorama nazionale ha restituito a Firenze, ai tifosi, e alla squadra la consapevolezza di poter meritare certi palcoscenici e certi piazzamenti.

Ma questo non significa, di contro, che questa squadra non abbia dimostrato la capacità di mutare il proprio atteggiamento laddove la natura della partita lo richiedesse.

Prototipo dell’allenatore moderno, insomma, capace di dosare sapientemente ”bastone e carota” sebbene mai rinunciando alla propria natura.

IL LAVORO SUI SINGOLI

Un radicale cambiamento che non poteva non passare dal lavoro individuale sulla testa (prima ancora che sui piedi) di alcuni calciatori da cui la Fiorentina non poteva prescindere.

Castrovilli, Biraghi, Milenkovic, tutti elementi le cui qualità non sono mai state realmente in discussione, che però avevano smesso di sentirsi importanti per questo progetto tecnico.

Biraghi, da capitano, è tornato un leader tecnico ed emotivo del gruppo viola, con Milenkovic tornato a padroneggiare in difesa, allontanando per adesso spifferi di mercato. Gaetano Castrovilli ha ritrovato grazie ad Italiano il modo di mettere a disposizione del centrocampo, completato da un monumentale Torreira e dalle rotazioni tra Bonaventura, Duncun e Maleh.

IL LAVORO SUI NUOVI ARRIVI

Il vero capolavoro del mister, l’aver sapientemente saputo attendere ed inserire i nuovi innesti nell’organico viola. Stiamo ovviamente parando di Nico Gonzalez e Ikonè (su tutti), ma anche di Piatek e Cabral, che peraltro erano chiamati a sostituire il doloroso addio di Vlahovic.

L’esterno argentino era arrivato a Firenze sprovvisto di una delle caratteristiche imprescindibili delle ali del calcio di Italiano come la capacità di essere incisivo sotto porta, ma grazie all’apporto tattico del tecnico ha avvicinato il suo raggio d’azione alla porta, aggiungendo pericolosità e imprevedibilità al suo gioco.

Che sia giochista, risultatista o entrambe le cose, ciò che è certo è che Vincenzo Italiano ha davanti a sè un futuro roseo e colmo di soddisfazioni professionali, che ancora per diverso tempo, si spera, avrà però a che fare con i colori della Fiorentina.

L’ARBITRO DI JUVENTUS-FIORENTINA SARA’ DOVERI

L’arbitro di Juventus-Fiorentina sarà l’esperto Daniele Doveri, al VAR il livornese Luca Banti

 

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