Pienamente consapevoli che, con appena un terzo del campionato passato in cavalleria, sia fin troppo presto per sparare giudizi azzardati ed arrampicarsi sugli specchi di una classifica ancora troppo difficile da decifrare. Difficile, tuttavia, fino a un certo punto, perché, se la Juventus in corsa solitaria non può dirsi al riparo da scivoloni imprevisti, e forse è più una melanconica speranza che un’ipotesi concreta, la lotta, e definirla lotta è un vero e proprio eufemismo, per la salvezza sembra più un lento e zoppicante incedere che, alla fine della fiera, porterà tre fra le malcapitate Crotone, Palermo, Pescara ed Empoli nel baratro della Serie B. Malcapitate appunto perché, pur essendosi conquistate la promozione sul campo e quindi stroncando sul nascere ogni infamante accusa avanzata non troppo tempo fa Claudio Lotito, non si capisce, nemmeno sforzandosi, quale sia il nesso fra queste quattro squadre e la Serie A. Assenza totale di programmazione, mercato approssimativo, allenatori che, storicamente soprattutto a Palermo vanno e vengono, mentre nelle altre piazze sembrano momentaneamente reggere, scarso bacino d’utenza e, cosa più importante, un organico indubbiamente non all’altezza di affrontare compagini di tutt’altro blasone.
Fatta eccezione per l’Empoli che, nel corso degli ultimi anni, ha saputo dare continuità alla valorizzazione dei giovani sulla scia del lavoro di Sarri, ripreso prima da Giampaolo ed ora con qualche difficoltà da Martusciello, le altre tre formazioni sembrano corpi estranei che vagano senza una meta nella galassia della Serie A. Infatti, se Crotone e Pescara hanno confermato in blocco, e come dargli torto, le rose che hanno conquistato la promozione, principalmente per la scarsità delle risorse che ha impedito loro di portare a termine investimenti di livello, la situazione più tragica sembra proprio quella del Palermo di Zamparini. La squadra in mano a De Zerbi, alla prima esperienza in Serie A dopo l’ottimo lavoro fatto a Foggia, sembra più che altro un’accozzaglia di nomi pescati a basso costo in campionati minori, incapaci di amalgamarsi in modo tale da affrontare con dignità questa presunta lotta salvezza.
In conclusione, convinti che vomitare sentenze dall’esterno non sia la migliore medicina, anche se un ripensamento relativo alla formula dei campionati, ed in particolare al numero di squadre coinvolte, certo non farebbe male, va detto che, oltre a ridimensionare fortemente il prestigio del nostro campionato, il rischio che questo dislivello ci regali una deprimente serie di partite già scritte da qui al termine della stagione, alla luce dei fatti, si sta facendo concreto. E pensare che non abbiamo ancora mangiato il panettone, noi che, a differenza di qualcuno, lo mangeremo…
Gianmarco Biagioni