
«Giocare a calcio è semplice, ma giocare un calcio semplice è la cosa più difficile». Ne ha dette, fatte e pensate parecchie, Johan Cruijff. Questa frase però, una delle più celebri, è forse la migliore per descrivere quello che sta accadendo alla Fiorentina. Una squadra che, dopo sei giornate di campionato, è ancora senza una precisa identità. Fatica a difendere ma, allo stesso tempo, si perde quando deve costruire. Colpa anche, per tornare al punto di partenza, di alcune scelte che portano con se un’infinita serie di equivoci.
Quella di ieri, da questo punto di vista, è stata forse la partita peggiore. Una specie di manifesto della confuso- ne che, in questo momento, regna nella testa di Beppe Iachini. Con un esempio che fa da «titolo»: due sette (veri), schierati da (falsi) nove. Tu chiamale, se vuoi, contraddizioni. Una scelta, quella di schierare Callejon e Ribery come tandem d’attacco, nata dopo mille riflessioni, e altrettante prove.
Negli ultimi giorni infatti il mister, in allenamento, le ha provate (quasi) tutte. L’attacco «piuma», il 3-4-2-1 con FR7 e l’ex Napoli alle spalle di Kouame e l’esclusione di Bonaventura, il 3-5-2 con Callejon fuori e il francese al fianco di una prima punta. Tanto che, alla vigilia, gli stessi giocatori (e con loro i dirigenti) non avevano le idee veramente chiare su quale sarebbe stata la formazione anti Roma. Segnale evidente di come, lo stesso allenatore, fosse arrivato all’appuntamento senza certezze. Il risultato, é sotto gli occhi di tutti. Lo riporta il Corriere fiorentino.