Non deprimiamoci. Capita di buttar via una partita vinta. L’anno scorso nei gironi pareggiammo in casa con il Riga, e al confronto il Genk è il City. Ovvio che prendiamo troppi gol, evidente che manca ancora la capacità di mettere in frigo la partita e continua a succedere di subire azioni di contropiede mentre siamo in vantaggio. Sono tutti temi sui quali Italiano continuerà a lavorare, perché ormai si dovrebbe essere capito che il mister non stacca mai e perdere gli piace ancora meno che a noi: gli brucia le viscere. Fiducia nelle sue contromisure e convinzione che tempo e lavoro aggiusteranno qualcosa. In campionato siamo partiti benino. A Udine lo scorso anno si perse, bisogna far meglio. Con la stessa serenità dobbiamo però dirci quello che non va e su cui, forse, c’è poco da rimediare. Christensen rischia di essere un’operazione peggiore di Gollini.
A Genk è andato spesso per farfalle. Fin qui, in tre partite da titolare, non si ricorda un suo intervento da “wow!”, in compenso errori e sbavature sono già parecchi. E ancora: sette partite ufficiali e zero gol dai centravanti. Non vogliamo chiamarlo allarme rosso? Arancione sì, però. Il problema è che Nzola non sembra proprio carburare, Beltran è più pimpante ma è come se si stesse allontanando dalla porta anziché prendersi l’area. Infine gli esterni: Breakalo sempre da 5,5, o peggio; su Sottil non voglio dire più nulla, anche perché non è bello accanirsi. Ma la speranza che il germoglio diventi fiore ormai è sparita da un pezzo. Lo scrive La Repubblica
ITALIANO E IL MODO PER CERCARE DI FA SEGNARE DI PIU GLI ATTACCANTI