Il solco scavato in questi anni dalla Juventus nel calcio italiano ha molte chiavi di lettura. Oggettivamente però è stato il costante accesso alla Champions League ad innescare quel circuito virtuoso nel quale le vittore in campionato e gli ingenti bonus Uefa si sono alimentati a vicenda accelerando l’affermazione bianconera. Il bilancio degli introiti derivanti dalla partecipazione, tra il 2011 e il 2016, alle due massime competizioni continentali da parte delle nove squadre di Serie A che hanno ottenuto la qualificazione, ne è la prova lampante. Il team del presidente Andrea Agnelli ha incassato oltre 280 milioni.
Il market pool, vale a dire la quota di diritti tv assegnati alle società di ogni paese in virtù dei soldi pagati dalle tv nazionali, ha prodotto proventi per circa 194 milioni, mentre i “gettoni” legati ai risultati sportivi hanno sfiorato gli 87 milioni. Nell’attuale stagione inoltre la Juve dovrebbe percepire almeno altri 70 milioni accumulando in totale un tesoro di 350 milioni. In pratica, oltre 200 milioni in più del competitor italiano che ha percepito più premi in sede europea.
Nel quinquennio 2011-16 è il Milan a piazzarsi sul secondo gradino di questa graduatoria con ricavi per quasi 130 milioni destinati a restare tali a causa del negativo rendimento dei rossoneri nelle ultime stagioni che li ha tagliati fuori dai tornei Uefa.
La Roma, protagonista nelle ultime edizioni Champions, al fianco della Juve, ha messo insieme 115 milioni di entrate (quasi 84 di market pool e 31 di premi sportivi). Anche aggiungendo le somme conquistate in questa stagione (dal bonus per la partecipazione al play-off Champions, circa 13 milioni, a quelli collegati all’Europa League), la società giallorossa non potrà comunque superare i 150 milioni.
Discorso analogo per il Napoli che fino al 2015 ha accumulato un patrimonio Uefa di 99 milioni (di cui 60 di market pool). Il club di Aurelio De Laurentiis, qualificandosi nell’attuale torneo agli ottavi di finale, potrebbe ricevere da Nyon un assegno intorno ai 60 milioni, superando di slancio Milan e Roma, ma restando lontanissimo dalla vetta bianconera.
Ed è ancora più ampia la distanza che separa i primi della classe juventini dagli altri club tricolori che hanno frequentato Champions ed Europa League. La Lazio di Claudio Lotito ha sfruttato le frequenti partecipazioni alla seconda competizione continentale per raccogliere oltre 50 milioni (di cui 34 associati al market pool). Un traguardo che nel quinquennio vede la società biancoceleste davanti all’Inter. Il cui curriculum europeo, come per l’altra formazione di Milano, di recente presenta qualche buco di troppo. Il team nerazzurro ha subito qualche battura d’arresto sia a livello nazionale che internazionale e si è dovuto accontentare fra il 2011 e il 2016 di poco più di 45 milioni. Guadagnando in sostanza in cinque anni quanto percepito nel 2010, l’anno del magico Triplete.
La vittoria della Champions ha portato nelle casse dell’Inter 49 milioni in un colpo solo.
Da non sottovalutare, inoltre, i ricavi della Fiorentina che ai quasi 30 milioni accumulati fino al 2016 potrebbe sommarne almeno un’altra decina proseguendo nell’Europa League in corso. Infine, altre due squadre italiane ( a parte il Sassuolo impegnato per la prima volta in Europa quest’anno) hanno attinto alle risorse europee: l’Udinese in due partecipazioni all’Europa League ha beneficiato di poco più di 7 milioni, mentre il Torino ne ha ottenuti 6,5 con una presenza nel 2015.
Goal.com