Rabbia, delusione, orgoglio, serenità. Sono passate due settimane dalla sentenza del Tas che ha spento le speranze di Europa League dei viola e resuscitato il Milan.
Giorni di sconforto per i viola, che si trovavano in ritiro a Moena. Giorni nei quali il tecnico Stefano Pioli ripeteva a tutti che un modo per andare in Europa League alla fine ci sarebbe stato comunque. Il più semplice e diretto: conquistare l’accesso sul campo.
Perché se la prima reazione di giocatori e dirigenza alla sentenza del tribunale sportivo è stata quella di rabbia e delusione, ecco che poi hanno preso il sopravvento orgoglio e serenità. Due componenti sulle quali sta lavorando il tecnico in vista dell’inizio del campionato. Pioli è un motivatore e sa che non c’è niente di più forte che avere a disposizione un gruppo unito e legato da un obiettivo comune. La tragedia di Davide Astori ha drammaticamente dimostrato che quello viola è uno spogliatoio che nei momenti di difficoltà ha saputo compattarsi e affrontare ogni sfida con carattere e decisione.
L’arrivo di Pjaca ha rilanciato la Fiorentina nella corsa alla prossima Europa League. Un po’ perché era quel tassello che mancava nel 4-3-3 viola, un po’ perché il suo profilo rispecchia l’idea che aveva da tempo Pioli: una squadra giovane e ambiziosa, che non tema nessuna avversaria nella lotta per l’Europa. Le avversarie da battere, almeno sulla carta, sono sempre loro: Lazio, Milan e Atalanta, le tre squadre che si sono qualificate l’anno scorso. Insieme a loro però la lotta sarà anche con Sampdoria e Torino.
Ma come si sono rinforzate queste squadre?
La Lazio ha presentato pochi giorni fa l’ex viola Milan Badelj a centrocampo, ha piazzato Acerbi in difesa ma è alle prese con un vero e proprio assalto del Milan per la stella Milinkovic-Savic, richiesto anche dalle big europee. In caso di cessione del serbo, il mercato dei laziali riserverebbe sorprese in entrata da qui al termine della sessione estiva.
Poi c’è il Milan, virtualmente in lotta con la Fiorentina soltanto perché Juventus, Napoli, Roma e Inter partono qualche metro avanti rispetto ai rossoneri. Eppure col cambio di società sono arrivati in una volta sola sia Caldara che Higuain. Pezzi da novanta per una formazione che ha salutato Bonucci ma che conta anche l’innesto di Strinic in difesa, un centrocampo di tutto rispetto con Kessie, Biglia e Bonaventura e altri movimenti che ha in mente il nuovo direttore tecnico Leonardo.
Poi c’è l’Atalanta, con una formazione pressoché identica a quella della passata stagione, con l’innesto di Zapata in attacco e con Pasalic che ha sostituito Cristante a centrocampo. La Samp invece ha preso Defrel in attacco ma ha perso due top player come Torreira e Strinic, mentre il Torino ha piazzato Izzo in difesa e confermato i suoi pezzi pregiati con Belotti e Iago Falque su tutti. Certo, le ultime due settimane scarse di mercato potrebbero cambiare nuovamente le gerarchie, ma la Fiorentina stavolta ha un obiettivo dichiarato: tornare in Europa League, provando a sfruttare i doppi impegni delle squadre che disputeranno la competizione quest’anno e giocarsi le proprie possibilità, sul campo, puntando su gioco, talento, orgoglio e spirito di gruppo.
La Repubblica