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Kouamè rivela: “Alla Sestese tutti tifavamo Fiorentina, ho rifiutato tantissime offerte per venire qui”

Rassegna Stampa

Kouamè rivela: “Alla Sestese tutti tifavamo Fiorentina, ho rifiutato tantissime offerte per venire qui”

Redazione

24 Dicembre · 12:39

Aggiornamento: 24 Dicembre 2022 · 12:55

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L’attaccante della Fiorentina Kouamè ha parlato ai microfoni del Tirreno rilasciando una lunghissima intervista. Queste le sue parole:

Cabral e le sue difficoltà? Arthur è forte, deve solo restare tranquillo. Quello che sta passando lui ora, l’ho vissuto anche io: deve sapere che tutti noi compagni siamo in campo per aiutarlo, ma dentro l’area, credetemi, è davvero forte. Diverso da Jovic? Sì. A Jovic piace tornare indietro per giocare, Cabral è più bravo a riempire l’area di rigore. Nico Gonzalez? Nico sta bene. È uno a cui piace scherzare e deve essere così: se si mette a fare il serio, non è più Nico. Chi mi piace della Primavera? Lorenzo Amatucci. Il primo giorno (il 5 dicembre scorso, ndr) l’ho visto un po’ distrattamente, ma ho capito subito che è davvero forte. Il mio sbarco in Italia e i miei inizi? Ho iniziato da piccolissimo, più o meno all’età di otto anni, nel campetto davanti a casa, in Costa d’Avorio. Appena uscivo di casa sapevo già dove andare. Quando mi hanno detto dell’Italia non ci credevo. Anzi, in realtà non ci ho creduto fino a quando non ho visto il timbro sul passaporto. Avevo 15 anni, quasi 16: è stato in quel momento che mi sono convinto. Ho pensato che sì, ce l’avevo fatta. Fiorentina? Sono molto contento, perché quando sono arrivato la prima cosa che ho conosciuto è stata proprio la Fiorentina. Tutti i miei compagni della Sestese erano tifosissimi. Vedevamo le partite insieme e loro mi hanno trasmesso questo grande affetto. E poi, anche in quegli anni, c’era una squadra molto forte. Ci giocavano Borja Valero, Cuadrado. Mi piaceva proprio tutto: vedere i calciatori giocare e osservare il trasporto della tifoseria dagli spalti. Avevo tante offerte quella del Brighton ma non solo, sono convinto che sia stato il destino a riportarmi qui. Gol contro la Juve? So so solo che quel gol lo volevo ad ogni costo. La sera prima un gruppo di tifosi venne da noi: ricordo benissimo di averli guardati, come ipnotizzato. Nei loro occhi avevano qualcosa di diverso. Ecco perché sono corso verso la Curva e mi sono battuto il pugno sul petto, sullo stemma della società: è stata la mia risposta a chi si è domandato a lungo se fossi davvero un calciatore da Serie A.
Come sto? Sto molto bene, sono pronto. Abbiamo perso gare pur avendole dominate: siamo forti e dobbiamo esserne consapevoli. Lo abbiamo dimostrato con il Milan a San Siro, ma prima ancora con l’Inter e, al di là del risultato finale, anche con la Lazio: i primi 10 minuti giocati contro i biancocelesti sono stati top. Dobbiamo pensare di arrivare il più in alto possibile, perché è lì che meritiamo di stare. Il Braga? Noi siamo già lì con la testa. Col Twente abbiamo dimostrato carattere e dovremo farlo anche coi portoghesi. In Olanda abbiamo trovato un clima incandescente: erano “assatanati”, eppure siamo riusciti a restare compatti: faremo così anche coi portoghesi. Saremo noi stessi: è questa la strada maestra per portare a casa il risultato. Il mio ruolo? Ora mi sento più esterno. Avevo sempre giocato a due davanti, io ruotavo dietro la prima punta: in estate l’allenatore mi ha fatto cambiare e ora, sull’esterno, ho più spazio”.

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