L’ex storico massaggiatore della Fiorentina ai tempi di Cecchi Gori, Luciano Dati, ha raccontato la sua esperienza sul campo di Salerno il giorno della famosa bomba carta (QUI IL RACCONTO DELL’ACCADUTO). Questo il ricordo di Luciano Dati
“La scelta di andare a giocare a Salerno fu presa da Cecchi Gori per devolvere in beneficenza l’incasso della partita per aiutare gli alluvionati di Sarno. Quando è scoppiata la bomba non sapevamo come tenere Olivera perché gli fumavano le orecchie, io ero fuori dal campo perché Mareggini voleva entrare e dovevo parlare con Trapattoni. Il quarto uomo colpito stava male, noi abbiamo cercato di rassicurarlo e di fargli una fasciatura ma non c’è stato nulla da fare perché voleva sospendere la partita. Non prendemmo bene la scelta di andare a giocare a Salerno. A Bari non potevamo giocare perché quel campo non era messo bene, Edmundo si fece una ciste su quel campo, ciste che dopo lo ha costretto ad operarsi in Brasile.
Nel primo tempo di Salerno i giocatori volevano tornare in campo perché sapevano che la sospensione avrebbe portato ad una possibile partita persa. Anche Trapattoni, molto mite, non avevamo parole per quanto accaduto. Portarono il quarto uomo in ospedale e li abbiamo capito che eravamo fregati. Nel viaggio di ritorno dal campo, uscendo da Salerno, fummo scortati dalla Polizia perché se no avrebbero fatto agguati anche a noi i tifosi della Salernitana. Domani vanno ignorati, meglio che insultarli” conclude Luciano Dati.
Ikonè-viola, gli accordi sono totali. Adesso la Fiorentina ha paura che il Lille chieda più soldi