
Premessa, nulla contro la trasmissione Amici di Canale 5 condotta da Maria De Filippi, anzi, complimenti a loro per questo enorme passo avanti, dovrebbero essere esempio per tutti, una lezione di come si possono far bene le cose rispettando tutte le norme anti contagio e le distanze di sicurezza. Quello che sta avvenendo però è un controsenso che davvero non riusciamo a spiegarci.
Come può essere permessa la presenza del pubblico in uno studio chiuso paragonabile ad un cinema o al teatro mentre in uno stadio all’aperto, che può ospitare decine di migliaia di posti invece è vietata la presenza del pubblico anche in piccola parte?
Non vogliamo parlare del mondo del cinema e dello spettacolo, perchè è un mondo che non ci compete e che non conosciamo fino in fondo. Ma fa sorridere pensare come a Sanremo il pubblico sia stato severamente vietato mentre pochi giorni dopo, in uno spazio nettamente inferiore rispetto al teatro dell’Ariston, il pubblico sia serenamente al proprio posto. Tra l’altro cinema e teatri sono chiusi. Misteri e contraddizioni evidentissimi.
Ma torniamo al calcio. L’azienda calcio è la terza azienda per fatturato in Italia, Il fatturato generato dal settore calcio è stimabile intorno ai 5 miliardi di euro. Insomma, a dispetto di quello che qualcuno vuol far passare, il calcio non è semplicemente 22 giocatori che si divertono e allietano le domeniche dei propri tifosi ma si tratta di una vera e propria industria che dà lavoro e centinaia di migliaia di persone portando un indotto economico che va a toccare tantissimi settori.
Insomma, trattare male il calcio vuol dire trattare male un settore importantissimo del nostro paese. Troppo spesso abbiamo assistito ad una sottovalutazione, mista a ignoranza, di questo settore.
Il tema del pubblico è solo l’ultimo chiaro esempio. Avere il pubblico allo stadio, anche in minima parte, vuol far ripartire la macchina economica legata alla partita che comprende negozi dentro e fuori lo stadio, attività commerciali legate al club con la vendita del merchandising, sponsor di nuovo attratti dalla presenza del tifo. E non solo. Insomma, sarebbe un primo importante passo avanti verso la ripresa.
Non stiamo parlando di voler riaprire San Siro a tutti gli 80 mila posti disponibili o il Franchi di Firenze per più di 40 mila persone. Ma se viene concessa l’autorizzazione per il 20/30% della capienza massima, non si rischia nulla e viene fatto ripartire questo settore legato al giorno della partita.
Insomma, se ad Amici viene permesso, in condizioni assai più sfavorevoli (studio al chiuso e piccolo rispetto ad uno stadio di calcio), perchè non viene permesso lo stesso negli stadi di serie A?
Misteri, ipocrisia e barzelletta tutta italiana.
Flavio Ognissanti
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