Un recupero che non piace a nessuno. «Quando è successa la tragedia doveva fermarsi tutta la serie A — ha spiegato Marco Giampaolo — e non solo le due squadre di Genova. Così non si sarebbe giocato oggi, prima data utile, ma si sarebbe recuperato tutti ad ottobre. Invece ci ritroviamo a giocare di mercoledì ad un orario che non piace ai tifosi e in un calendario che ci vedrà in campo 5 volte in 17 giorni».
Complice il turno infrasettimanale della prossima settimana la Sampdoria appena sfidata la Fiorentina dovrà pensare subito all’Inter che arriverà al Ferraris già sabato sera. Anche per questo il tecnico avrebbe voluto uno stadio pronto a sostenere la squadra e trascinarla come già accaduto in passato, ma i segnali che arrivano dalla tifoseria, in particolare dalla Gradinata, sono di tutt’altro avviso. Tra comunicati e striscioni apparsi in città il messaggio della Sud è chiaro:
«Strade piene, stadio vuoto». «Mi auguro che ci siano tutti e anche di più. Io ho sempre sottolineato come i nostri tifosi siano un valore aggiunto. So che ci sono dei problemi che nascono da lontano e io non sono un capopopolo, ma la società ha fatto tutti i suoi passi per aiutarli anche se il problema resta. Per questo rispetto tutte le posizioni, ma la Samp ha bisogno dei suoi tifosi. Immaginare un Marassi vuoto lo escludo mentalmente».
Tifosi o meno è comunque una Sampdoria capace nelle ultime due gare di segnare otto reti senza subirne alcuna. «Le prossime partite saranno tutte difficili ma nessuna impossibile — ci tiene a ribadire Giampaolo — . La Fiorentina è una squadra forte, con qualità. Una squadra che gioca a calcio e non butta mai via la palla con tante soluzione offensive, in particolare nell’uno contro uno. Penso possa essere una bella partita».
Rispetto alla trasferta di Fro-sinone e considerando le tante gare ravvicinate ci saranno avvicendamenti. «Farò due o tre cambi perché non siamo abituati a giocare cinque partite in tre settimane. Richiede la capacità di resettare e ripartire e non hai tempo di allenarti. Noi siamo una squadra che cerca di giocare un calcio intenso, dispendioso, e c’è il rischio di pagare qualcosa sul piano fisico».
La Repubblica