di Flavio Ognissanti
Cinque partite in campionato, zero gol. È questo lo score di Cutrone in serie A dal suo arrivo alla Fiorentina, di queste cinque partite, in ben quattro il centravanti è partito titolare mentre nell’altra, contro la SPAL in casa, è subentrato. Se allarghiamo lo score anche in Coppa Italia siamo a 7 partite giocate e 1 gol realizzato.
Siamo stati i primi a nutrire parecchi dubbi sull’acquisto di Cutrone. Non per le cifre. 20 milioni di euro per un centravanti classe 98 con il curriculum dell’ex Milan sono giusti nel mercato attuale. Il problema è che Cutrone nella sua carriera, primo anno al Milan escluso, ha sempre segnato pochissimo. Prendere lui per risolvere il problema del centravanti a Firenze non risolve assolutamente il problema. Oggi Cutrone può essere solo l’alternativa ad un centravanti di livello. Un domani tutti ci auguriamo che diventi il Ciro Immobile di casa Fiorentina. Ma ad oggi non lo è. Per giocate e caratteristiche, sembra di rivedere Simeone.
Detto questo però, va anche sottolineato come il gioco di Iachini penalizzi fortemente Cutrone.
Patrick ha determinate caratteristiche. Se la tua tattica è quella di fare catenaccio e contropiede allora vai ulteriormente a penalizzare il ragazzo che si, lo abbiamo sottolineato, non è mai stato un grande goleador, però deve anche essere messo nelle condizioni giuste per potersi esprimere al meglio.
Con questo gioco, ahinoi, tanto valeva tenere il fallimentare Boateng che si presta di più a questo tipo di atteggiamento tattico.
Cutrone è un uomo d’area di rigore, degli ultimi metri, opportunista, capace di fare gol sporchi e da rapinatore d’area. Farlo partire palla al piede dal centrocampo vuol dire violentare le sue caratteristiche e le sue qualità.
Iachini deve risolvere anche il problema a centrocampo, Benassi, gol contro il Bologna a parte, è il giocatore che ricordavamo tutti. Grande sacrificio, grande voglia, talvolta anche prezioso nel chiudere gli spazi ma dimostra ancora tanta pochezza tecnica. Contro l’Atalanta ha sbagliato la maggior parte dei passaggi che ha fatto. Se qualcuno si chiedeva perché veniva messo sempre fuori da Montella il motivo lo trova nelle sue partite fin qui disputate. Benassi può essere un ottimo panchinaro e alternativa, vederlo giocare titolare penalizza il gioco viola. Da qui la riflessione, aspettando Duncan, la soluzione migliore sembra proprio essere quella del doppio play maker. Badelj insieme a Pulgar.
Il cileno non è Pizarro e ha bisogno di un sostegno al suo fianco per rendere al meglio. Castrovilli fa un lavoro meraviglioso di unione tra centrocampo e attacco: inserendosi, portando palla, alzando il baricentro della squadra. Al fianco di Pulgar quindi serve un sostegno tecnico. Benassi non lo è.
Aspettando Duncan, la soluzione migliore sembra proprio quella di mettere Badelj al fianco di Pulgar. Non è di certo il massimo ma questo offre il convento. E se guardiamo indietro, era proprio questa la strada che aveva intrapreso Vincenzo Montella. Vuoi vedere che aveva ragione lui?