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Corvino: “Gli attaccanti della Fiorentina hanno segnato meno di quelli del Lecce. Ora loro sono al top”

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Corvino: “Gli attaccanti della Fiorentina hanno segnato meno di quelli del Lecce. Ora loro sono al top”

Redazione

14 Marzo · 22:48

Aggiornamento: 14 Marzo 2023 · 22:50

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Il direttore sportivo del Lecce, Pantaleo Corvino, ex DS della Fiorentina, ha parlato al canale Twitch di Pianeta Lecce, queste le sue parole nella settimane che porta alla sfida del Franchi tra la squadra viola e quella giallorossa:

20 punti in 20 partite a gennaio, 27 in 26 a marzo.
“I numeri sono importanti. Neppure i più ottimisti potevano pensare a 27 punti in 26 gare, da matricola. La nostra era un’impresa ardua, con una politica fondata su giovani e patrimonializzazione. Credo che questa è stata e sia tutt’ora un’impresa ardua, la seconda dopo aver vinto la B. La Serie A è un animale, alle volte cattivo, ti porta a periodi di astinenza; questi capitano a tutti, anche a club importanti, elencandoveli sono più convincente. Il Verona ha fatto 10 sconfitte consecutive, non parlo neppure di Sampdoria e Cremonese. Vi cito, parlando sempre di risultati consecutivi, lo Spezia, con una striscia di 6 sconfitte e 1 pareggio. La Salernitana con 5 sconfitte e 1 pareggio. Il Sassuolo 6 sconfitte e 2 pareggi. Il Monza 5 sconfitte. Il Torino 4 sconfitte e 1 pareggio. Il Bologna 3 sconfitte e 1 pareggio. L’Atalanta 3 sconfitte. La Serie A è questa, è difficile già per quelle squadre che hanno un blasone, immaginiamo per noi. Da matricola è più facile incorrere in situazioni avvenute anche in altri club. Questo dato non dovrebbe passare inosservato agli addetti ai lavori, per far capire cos’è la Serie A”.

Come si esce da questa situazione? Quali sono le cause?
“Può essere tutto tranne il piano fisico: domenica abbiamo fatto una partita all’altezza da questo punto di vista. Gli ultimi metri sono sempre quelli più difficili, quando devi raggiungere un obiettivo. Lo sono da un punto di vista inconscio. Se una squadra si trova a +8 sulla zona salvezza, vuol dire che per quell’obiettivo non si hanno limiti tecnici o tattici”.

Difficoltà casalinghe e in scontri diretti: sono dovute a inesperienza?
“Ci sta, può succedere. Come dicevo, gli ultimi metri sono più difficili. Se mancasse qualcosa di grave, non avremmo 27 punti. Abbiamo comunque vinto a Cremona e a Genova, pareggiato a La Spezia. Abbiamo fatto qualcosa di importante contro le big. Tutto è stato equilibrato in fin dei conti, non fai 27 punti se sei troppo giovane o hai problemi tattici. Dopo tanti anni che faccio calcio, dico che gli ultimi esami sono sempre i più difficili perchè subentrano altri fattori. Tutti possono avere questi problemi: una matricola come il Lecce ma non solo. Ai ragazzi dico che non devono pensare a quanto fatto, bensì a quello che devono ancora fare. La stessa cosa i tifosi: devono stare vicini senza spaventarsi. Mi auguro di no, ma ci sono squadre che non vincono per 6 partite, ve le ho citate. Dobbiamo sempre crederci, poi per vincere le guerre devi anche perdere battaglie. L’obiettivo è vincere la guerra”.

Pochi gol nelle scorse partite: è un problema che si riduce a Ceesay e Colombo?
“Ricordo in terza categoria: quando si perdeva, i tifosi dicevano sempre ‘presidente compra la punta’. Oggi vedo che da noi è rimasto questo legame tra mancanza di vittorie e di punte. Torniamo sui numeri per capire quanto sia difficile segnare in A. L’Atalanta ha Zapata, Muriel, Boga, Lookman e Hojlund: non segnano da 3 partite, come i nostri attaccanti. Il Lecce ha realizzato 15 gol con i suoi 3 attaccanti. Non aggiungo i numeri di Banda e Di Francesco, mi attengo ai 3 top scorer. Con solo 2 gol in più ci sono Bologna e Roma. Con 16 gol ci sono Sassuolo e Spezia. Meno di Lecce hanno fatto Salernitana, Fiorentina. Il Monza con meno gol di noi ha Caprari, Petagna e Pessina. Nemmeno cito Cremonese e Sampdoria. A Lecce c’è il problema del gol? Bisogna fare delle analisi per trarre delle conclusioni. Vorremmo soddisfare la passione dei nostri tifosi prendendo nomi roboanti, ma lo facciamo a modo nostro”.

Quota salvezza?
“Lo scorso anno DS e allenatori sono arrivati a 31 punti e se ora tornano in quella città li offrono fritture e mozzarelle perchè hanno fatto miracoli. Noi siamo a 27 in 26. Lavoriamo per vincere la guerra”.

È possibile qualche big si sia distratto causa mercato?
“Le indiscrezioni sono stimoli. Se sai che ti vogliono i grandi club devi aumentare il livello”.

Quanto si deve portare in Via Colonnello Costadura per comprare Hjulmand?
“Appena sono arrivato in sede ho detto a Saverio che non mi piaceva. Oggi, invece, se entri non la riconosci più. Ho rimandato indietro chi ha bussato sino ad ora”.

La Primavera punta allo scudetto?
“Se vuoi arrivare ad un obiettivo e hai poco tempo, l’impegno è più faticoso. Io ho un’età, non posso stare sempre a volare, il mio volo sarà corto. I miei obiettivi li devo raggiungere in meno tempo. 20 anni fa lasciai il Lecce con patrimonio e con 7 titoli. Son riportato e ho trovato il Lecce in Primavera 2. Se ci fossero stati calciatori salentini negli ultimi 15 anni, sarebbero emersi. Non sono emersi né a Lecce né altrove. Partendo dalla premessa che voglio raggiungere i miei obiettivi in meno tempo e le risorse sono sempre meno, ci siamo mossi in un certo modo. Vogliamo far tornare il Lecce credibile: i nostri giovani non devono andare a fare stage a Milano perchè reputano il Lecce una piccola realtà giovanile.

In estate qualcuno l’ha sbeffeggiata per Umtiti e Baschirotto. Cosa ne pensa ora?
“Il nostro reparto difensivo è tra i migliori in Serie A ed è merito di tutti, anche Gallo, Gendrey e Falcone. Il segreto è la fase difensiva, che riguarda anche il centrocampo. A gennaio si diceva ‘abbiamo Hjulmand, Gonzalez e Blin, serve un altro centrocampista’. Abbiamo preso il meglio che offriva il mercato ovvero Maleh, ma con Blin il centrocampo si sta rivelando più equilibrato. I bravi sono quelli che giocano. Umtiti e Baschirotto sono pezzi di cuore, abbiamo lavorato tanto con Trinchera. Se abbiamo fatto danno, state sicuri che danni economici non ne abbiamo fatti: tutte le operazioni sono state compiute in quanto a priori sostenibili”.

Di cosa non è soddisfatto? Una delusione, un rammarico…
“Chi fa tante operazioni deve mettere in preventivo che a volte i giocatori vengono fuori anche dopo stagioni. Penso a Oudin, che per me è un giocatore importante in una Serie A: si sta trovando davanti giocatori che si stanno rivelando più pronti. Nelle ultime 2 stagioni aveva segnato 10 gol in Ligue 1. Il mio rimpianto sono le due partite casalinghe contro Sassuolo e Torino: con un bel risultato avremmo esaltato i nostri tifosi. Ora penso ai prossimi metri”.

L’operato di Baroni la soddisfa?
“Il primo giorno che l’ho presentato dissi ‘sto scegliendo Baroni perchè voglio equilibrio’. Un sano equilibrio lo si ha valutando un allenatore nei gol che prendi e che fai. Misi in evidenza la fase difensiva: sono due anni che abbiamo ottime difese. Come si fa a non riconoscere la bontà di un lavoro? Non c’è bisogno di tornare al discorso dei numeri degli attaccanti comparati alle altre squadre”.

Come finirà a Firenze?
“La Fiorentina viene da 5 vittorie e 1 pareggio: la troveremo nel loro momento migliore. Sarà complicata e se non siamo all’altezza rischiamo di soccombere. Loro hanno valori importanti e stanno in fiducia. Dobbiamo giocare da Lecce”.

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