C’è un appuntamento segnato nell’agenda di Enrico Chiesa, il padre di Federico. Doveva tenersi in questi giorni. L’incontro, fissato da tempo, era con i dirigenti dell’Inter, Marotta e Ausilio. Il motivo è facile da capire: il futuro di Federico, da sempre nel mirino del club nerazzurro e pallino di Antonio Conte, prossimo allenatore dell’Inter.
La richiesta della Fiorentina si aggira intorno agli 80 milioni di euro. O meglio, questa era la cifra fissata fino a pochi giorni fa. Fino a quando sono uscite le indiscrezioni che vorrebbero Rocco Commisso, proprietario dei New York Cosmos, fortemente interessato ad acquisire la società viola.
Perché la notizia adesso è un’altra. Ovvero che fino al cda di venerdì, dove i dirigenti con Diego e Andrea Della Valle in collegamento telefonico faranno il punto sugli scenari futuri (comprese le offerte arrivate per rilevare il club), Enrico Chiesa ha congelato qualsiasi incontro con l’Inter o con altre società interessate a Federico. Tra queste anche la Juventus e, fuori Italia, il Bayern Monaco.
Rocco Commisso vorrebbe ripartire proprio da Chiesa, cercando di trattenerlo a Firenze e costruire attorno a lui una squadra più forte di quella vista nelle ultime stagioni.
Anche la famiglia di Chiesa è incuriosita da quella che potrebbe essere la nuova Fiorentina, con un nuovo assetto dirigenziale e la possibilità di ridiscutere il contratto di Federico. Insomma, prima di accettare altre destinazioni Enrico vuole capire quali saranno le reali ambizioni della nuova proprietà. Se poi Commisso, o chi per lui, riuscirà a convincere Chiesa a rimanere per un altro anno almeno, è tutto da vedere.
In questo caso i viola potrebbero puntare ad altre cessioni: Veretout e Milenkovic su tutti, con altre definite “minori” che però potrebbero fruttare ottime entrate per poi muoversi sul mercato alla ricerca di innesti di qualità per valorizzare al meglio anche il rendimento di Chiesa in una squadra finalmente competitiva e costruita con logica e prospettiva. È normale che in questa fase le parti prendano tempo, in attesa del cda.
Repubblica