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Chi è in difficoltà va aiutato, non minacciato. A fine anno i conti. Commisso e Pradè colpevoli

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Chi è in difficoltà va aiutato, non minacciato. A fine anno i conti. Commisso e Pradè colpevoli

Flavio Ognissanti

7 Marzo · 21:24

Aggiornamento: 7 Marzo 2021 · 21:28

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Foto di proprietà di ACF Fiorentina. Riproduzione vietata ©

La situazione è delicatissima. Oggi rispetto alle partite precedenti la Fiorentina, ai suoi limiti, ci ha aggiunto anche la paura di sbagliare, di giocare, di osare. Questo è l’ultimo step che ti avvicina alla debacle totale.

La contestazione di ieri alla squadra fuori dal centro sportivo è sbagliata nei tempi, contestare una squadra che sta crollando in classifica è legittimo, protestare alla vigilia di una partita fondamentale è sbagliato. Perchè in questo momento la squadra va aiutata e incoraggiata. Non minacciata. Oggi in campo si è vista una Fiorentina che ha fatto addirittura peggio delle partite precedenti, giocatori impauriti nel fare le giocate e con poco coraggio con il timore di sbagliare. A questo aggiungiamoci i limiti evidenti che già conoscevamo e la frittata è servita.

Ci sono state partite in cui la Fiorentina meritava di vincere, basti pensare alla partita contro il Torino e alla gara contro la Samp, altre in cui non meritava di perdere, come Udinese e Roma. Oggi invece, se c’era una squadra che doveva vincere, quella era il Parma che è venuta a Firenze giocando e mettendo in difficoltà la squadra viola che è stata pericolosa solo su calci piazzati e nel forcing della disperazione dei minuti finali (Sul 2-2 clamorosa traversa di Martinez Quarta, sul capovolgimento 2-3 gialloblù)

Adesso però non è il momento dei processi, delle contestazioni, delle minacce. Adesso è il momento dell’essere tutti un’unica cosa. Società, allenatore, giocatori, stampa e tifosi. A cosa serve adesso fare una guerra contro i calciatori, contro la società o contro l’allenatore? A nulla.

Quando qualcuno è nella merda, prima va aiutato, poi gli fanno tirate le orecchie sul motivo per cui ci è finito.

Questa è la base, nel calcio come nella vita. Fa sorridere pensare che solo qualche mese fa i giornalisti che osavano criticare Commisso venivano tacciati come destabilizzatori, e accusati da tanti tifosi. Oggi invece, quelle stesse critiche fatti mesi fa, sono il motivo del disastro di oggi.

Solo qualche settimana fa Commisso concedeva un’intervista alla Nazione in cui parlava di Chiesa e dei debiti dell’Inter. Sarebbe stato meglio guardare in casa nostra e ai problemi che abbiamo. Non dimentichiamo che al posto di Chiesa, incassando 60 milioni, questa società ha preso Callejon. Basta questo per descrivere il fallimento che c’è stato sul mercato estivo. Senza pensare a quello invernale. Dove anche in Norvegia sapevano delle difficoltà offensive della Fiorentina. Per colmarle è stato preso un giocatore che non sapeva la lingua, che non conosceva il campionato italiano e assolutamente fuori forma. Una roba imbarazzante.

La contestazione andava fatta dopo il mercato, andava fatta dopo la scelta di confermare Iachini (vero inizio della debacle), andava fatta dopo il mercato di gennaio. Non adesso. Adesso non serve più. Anzi, potrebbe dare solo l’effetto contrario. Lo ripeterei fino alla morte: chi è in difficoltà va aiutato, non insultato e contestato. Non serve ora.

Ma inutile sparare sulla croce rossa. Non è il momento. Adesso è il momento di essere tutti uniti e di uscire tutti da questa situazione. Servono 13/14 punti e mancano 12 partite, l’impresa è tutt’altro che impossibile. Oggi Forza Fiorentina, poi verrà il tempo dei processi, sperando che sbagliando si impari.

Flavio Ognissanti

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