Che fine hanno fatto le plusvalenze dell’estate? Quelle che hanno fatto saltare tappi di spumante ai piani alti della sede della società? Beh, a dire la verità nessuno ha scatenato grandi rimpianti, anche se la Fiorentina tecnicamente si è ridimensionata un bel po’, nessuno dei partenti sta facendo cose pazzesche altrove. A parte Alonso, considerato il terzino sinistro più forte d’Europa. Ma d’altra parte Macìa era di altra categoria, visto che lo prese a zero euro.
Quella di Bernardeschi è stata la cessione eccellente. Un quarantino in cassa e il marchio di traditore, senza dimenticarci però che lui avrà “ tradito”, ovvio, ma la Fiorentina su quell’incasso ci faceva conto eccome. Comunque, il biondo ha faticato un po’ ma poi ha trovato la misura. Niente di esaltante: 20 presenze, 4 reti e due assist. Un po’ pochino per 40 milioni, ma lo spazio è quello che è, per ora. Lui non è stato sostituito, a meno che il suo successore non sia Saponara, e in questo caso meglio lasciar perdere.
Di sicuro cambiare Ilicic per Eysseric non pare una genialata. Il primo è un punto fermo dell’Atalanta ( e miglior marcatore con sette reti), il secondo della panchina di Pioli. Nemmeno Borja Valero ha un successore. Il centrocampo del pratico Pioli non è quello del visionario Montella. Comunque lo spagnolo all’Inter gioca sempre, così come Vecino. Per fortuna Veretout sta facendo bene, su Benassi e la valutazione di 12 milioni c’è da meditare, forse.
Se cercate il mitico Milic lo trovate in panchina all’Olympiakos. Di lì non muove, tranquilli. Tatarusanu invece è titolare nel Nantes di Ranieri e se la cava discretamente, mentre Kalinic ha segnato solo 4 gol ( tre meno di Simeone) e ha incassato parecchi fischi. Un vero pacco, dicono a Milano. Da 25 milioni, è bene precisare. Poi c’è Tello, finito a Betis via Barcellona: tre reti e quattro assist in 15 gare. Benino, dai. E Gonzalo? Titolare inamovibile del San Lorenzo, che viaggia a tre punti dalla vetta. Ma Pezzella non lo fa certo rimpiangere. Infine Tomovic. Non male nel Chievo. Ma nessuna paura: tornerà.
Benedetto Ferrara, Repubblica