L’ex calciatore della Fiorentina e compagni di squadra di Paolo Vanoli, Mauro Bressan, ha rilasciato un’intervista a DerbyDerbyDerby.it e ha parlato della situazione in casa viola. Ecco le sue parole.
La Fiorentina di Stefano Pioli: cosa è accaduto?
Come ti spieghi la situazione della Fiorentina?
“Non me la spiego questa situazione, non me lo sarei mai aspettato. Pensavo che Pioli riuscisse a migliorare la squadra, invece sono emerse molte incognite. Ha provato tante soluzioni, ha fatto ruotare tutti per trovare equilibrio, ma non ha mai funzionato né a centrocampo né in attacco. E quando non vinci mai il morale crolla. Ci sono state partite iniziate bene, poi prendi gol e ti affondi da solo. È un meccanismo che ti trascina verso il basso. Anche società e mercato hanno le loro responsabilità”.
Quali colpe ha Stefano Pioli?
“Dal punto di vista caratteriale mi aspettavo qualcosa di diverso da Pioli. I giocatori hanno giocato senza autostima, e questo è un segnale forte. Pensavo che riuscisse a dare una scossa, invece non è arrivata”.
L’arrivo di Paolo Vanoli
Vanoli è l’uomo giusto?
“Con Vanoli qualcosa ha già cambiato: negli occhi dei giocatori si vede una luce diversa. Ha fatto capire al gruppo che sono ultimi in classifica e che serve reagire. Per lui questa è un’occasione enorme. La vive con passione e dedizione, è proprio l’uomo giusto per risollevare la Fiorentina. Ha armi caratteriali importanti. Prima dà forza mentale, poi arriveranno identità e gioco. I giocatori ci sono: non è una squadra da Champions, ma non merita certo l’ultimo posto. Il futuro lo dirà, ma adesso la priorità è recuperare fiducia. Vanoli è l’unico che può trascinare la squadra perché può far forza sul gruppo. Solo il lavoro dell’allenatore può dare quella scossa, non un singolo giocatore”.
Un pensiero sui singoli
Edin Dzeko
“Fa fatica a tenere ritmi alti per tutta la partita, ma è ancora un grande giocatore. La sua esperienza è preziosa: ci saranno momenti in cui potrà dare molto e altri meno, ma resta utile”.
Luca Ranieri
“Ha voglia, grinta, ci tiene tantissimo. Ma proprio questo lo penalizza: un capitano deve saper gestire i momenti, fermarsi e controllarsi. Magari ha tante qualità, ma ogni tanto cede su aspetti dove un capitano deve essere impeccabile”.
