Questo l’articolo presente questa mattina sul quotidiano genovese Secolo XIX Enrique Bolbontin, parole contro la Fiorentina che fatichiamo a comprendere nei modi e nelle espressioni. Ecco il testo:
“In questo calcio sempre più disumano, se si giocasse ad antropomorfizzare le squadre, la Fiorentina sarebbe il prototipo del “guastafeste”, quella persona che quando la incontri ti lascia puntualmente col belino sulle ventitrè. Una figura fastidiosa, supponente e raccomandata, che tutti noi nelle nostre vite abbiamo ben presente, magari sotto forma di conoscente, parente o collega di lavoro.
Un’odiosa presenza, il classico “caporale” di Totò impersonato da Paolo Stoppa, che quando si materializza coincide immancabilmente con panciate di nervoso. Per gente di palco come me, oltretutto, si presenta male fin da subito, vestito di viola, colore che noi saltimbanchi della vecchia guardia zeneize, schiavi di assurde cabale e superstizioni, amiamo come il pesto fatto col tofu.
Ma oltre al discutibile look viola c’è un’indiscutibile essenza marrone nello sgradevole figuro di Fiesole: la garanzia che, di riffa o di raffa, ci farà trangugiare una ribollita fatta col nostro sangue. Tralasciando l’atavico presumìn toscano di cui esonda l’Arno, l’indisponente personaggio gigliato anche questa volta non si è lasciato sfuggire l’occasione di rimarcare la sua innata antipatia, confermandosi negli anni un tradizionale appuntamento con la bile.
Purtroppo il Genoa, che se fosse una persona sarebbe un nobile decaduto con un grande fascino nonostante il vertiginoso declino, non ha avuto il giusto atteggiamento da tenere in presenza di questo insopportabile guastafeste, ossia dimenticare per un attimo il bon-ton della nobiltà inglese e assestargli un paio di uppercut sulla mascella, lasciandolo esanime sul prato.
Malauguratamente Sir Gryphon si è dimostrato signorile e accondiscendente, i malpensanti dicono fin troppo, sfoderando un britannico e non richiesto fair-play che ha impedito di sfruttare la superiorità numerica, dando così in pasto ai cefali la possibilità di chiudere la pratica salvezza in anticipo. Dulcis in fundo, o meglio in cauda venenum, ci resta il bruciore per un rigore non concesso al 90′, cosa che non fa altro che innalzare il guastafeste viola nel Pantheon dei malvisti. In pratica però il vero match è stato Zappacosta vs Fiorentina.
L’esterno si è confermato giocatore da Champions, un booster instancabile e virtuoso che ha tenuto in piedi la squadra, apparsa agile e scattante come Cannavacciuolo nei 400 metri a ostacoli. Già lo rimpiango, ma posso capire i tanti motivi per cui questa, per lui e per noi, sia solo una parentesi. Quindi godiamocelo in quest’ultimo scorcio di campionato che affrontiamo con discreto margine sulla terz’ultima ma che andrebbe giocato con ben altra cazzimma.
“A’ la guerre comme à la guerre”, diceva giustamente De Gaulle. Bisogna tornare a quello spirito guerriero che ruggiva in noi e grazie al quale abbiamo, finora, schivato il cetriolo” si conclude cosi l’articolo del quotidiano.
I GIOCATORI DELLA FIORENTINA ANDATI IN NAZIONALI SONO NEGATIVI AL TAMPONE