Finora il mediatore è stato il presidente esecutivo Mario Cognigni, l’uomo che per primo propose a Commisso di acquistare la Fiorentina. In questi mesi hanno lavorato le due squadre di legali con la mediazione della banca d’affari JP Morgan. Tra Diego e Rocco, invece, mai un contatto. Arriverà, con una telefonata. Il closing è previsto la prossima settimana.
Da quel momento partirà ufficialmente l’era americana della Fiorentina, anche se da settimane la futura proprietà sta già lavorando. Barone a Firenze non era andato per turismo. Ha girato la città, visto le strutture, comprato il foulard viola, assistito a un torneo giovanile all’Affrico, visitato il Viola Point davanti allo stadio.
Dalle nuove strategie emerge un punto: Commisso vuole tenere Federico Chiesa. Ma non sarà facile, anche perché per il momento, gli unici interlo-cutori per il padre Enrico restano i Della Valle. Vincenzo Montella, invece, non dovrebbe essere riconfermato, anche se ha un contratto per altri due anni. L’idea è di puntare su un allenatore gio-
vane, ambizioso, che sappia parlare bene inglese. La conoscenza della lingua è ritenuta fondamentale per due motivi: primo, il nuovo tecnico dovrà comunicare per telefono con il proprietario; secondo, perché la nuova dirigenza considera naturale che in un club parlino tutti l’inglese.
La dimensione internazionale sarà una delle nuove dolci ossessioni. Commisso ama Firenze, la considera un brand mondiale, ritiene le coppe europee il palcoscenico naturale per crescere. In questo quadro, non solo per una questione lessicale, non rientrerà Pantaleo Corvino: il suo destino era segnato da fine aprile. L’americano si affiderà ad altri dirigenti, tra cui potrebbe esserci Giancarlo Antognoni.
Repubblica