di Matteo Fabiani
Che la Fiorentina in questi mesi abbia subito una notevole involuzione sotto il punto di vista del risultato è sotto gli occhi di tutti. Quello che più preoccupa però, è la mancanza di gioco che piano piano è andata a seminare nella testa dei tifosi alcuni dubbi che coinvolgono una gran fetta di squadra, che unita alla monotematicità tattica di Pioli hanno dato vita a una serie di partite negative da media retrocessione.
La differenza tra la Fiorentina di fine agosto e quella vista venerdì scorso contro il Frosinone è abissale, specialmente in fase offensiva. Contro il Chievo i viola hanno segnato ben sei reti, dimostrando una buona sintonia reciproca e voglia di incrementare continuamente il vantaggio. La sintesi perfetta la regala un fermo immagine del primo gol, segnato da Milenkovic. In quell’occasione l’azione si sviluppa da sinistra, con Biraghi che mette al centro per Simeone. L’argentino si gira, scarica per Benassi che cerca subito la conclusione verso la porta avversaria. Dopo aver tentato di allontanare il pallone, la difesa gialloblu si vede segnare un eurgol proprio da Milenkovic, che spedisce la palla sotto l’incrocio. Quello che più fa riflettere però non è la rete in sé per sé, quanto l’afflusso di persone al momento del tiro. I giocatori viola tra dentro e fuori l’area sono ben sei contro gli 8 del Chievo. Ci sono, oltre l’autore del gol, Benassi, Chiesa, Simeone, Eysseric e Gerson, tutti pronti a sfruttare una ribattuta o un passaggio pericoloso.
Contro il Frosinone invece, tolto Chiesa che dalla sinistra va al cross, sono solamente tre i viola in area contro i sei dei ciociari. In quest’occasione è bravissimo il numero 25 viola a chiamare su di sè il raddoppio e a scodellare in mezzo per Benassi che di spalla trafigge Sportiello sul proprio palo.
Prima di questa rete, i viola hanno segnato sempre con Benassi contro il Torino grazie a un errore difensivo di De Silvestri e tre reti in tre partite consecutive grazie ai calci di rigore di Veretout.
Il problema è dunque di Pioli che non sa più come coinvolgere in toto la squadra o dei giocatori che hanno smesso di seguire e credere nell’azione offensiva facendo partecipare meno centrocampisti e difensori? Speriamo che la sosta aiuti tutti a riflettere, migliorare e capire gli errori commessi per non ripeterli più.