di Paolo Lazzari
Scarico rispetto a due mesi fa. Incapace di incidere sotto porta come ad inizio stagione. Sorpreso troppo spesso a correre a vuoto. Sono alcune delle considerazioni che rimbalzano per le strade di Firenze e sui social quando si parla di Federico Chiesa. Considerazioni, appunto, perché nessuno se la sente di criticare veramente un ragazzo di 19 anni che, mettetela come volete, continua a dare tutto anche da quando viaggia in apnea.
Così, anche contro il Bologna, nella gara in cui la Fiorentina è chiamata a riscattarsi dopo il disastro interno di una manciata di giorni fa, tutti si aggrappano prima di ogni altra cosa a lui. Prima del gruppo. Prima dei nuovi acquisti e delle trovate di Pioli. Perché, anche se la benzina era finita e lui era spremuto come un’arancia, Chiesa ha continuato a lanciare il cuore oltre l’ostacolo, correndo forsennatamente, calciando da ogni posizione, lottando per difendere la maglia. Già, il suo modo furente di interpretare il calcio non può sintetizzarsi nella mera verve agonistica dei vent’anni. C’è di più ed i tifosi lo sanno. C’è la voglia di onorare la città ed i suoi colori, sempre, anche quando tutto l’universo calcistico rovescia il tavolo delle tue buone intenzioni.
Per questo, continuiamo ad aggrapparci a Chiesa, nella speranza che ritrovando lucidità e condizione anche la sua tecnica torni ad affiorare. Il gruppo conta sopra ogni cosa, certo. Ma un gruppo di 11 uomini che prendano esempio dal carattere di Federico, magari, potrà tornare a crederci.