Fra acquisti, cessioni e plusvalenze. Come prima cosa, vengono analizzate le grandi cessioni del 2015, quelle di Savic, Cuadrado e Alonso. Totale? 65 milioni dritti dritti nelle casse dei Della Valle. Un dato che balza subito agli occhi è che i gigliati hanno un monte ingaggi superiore rispetto al contributo che arriva dai diritti Tv e dalle Lega, spendendo per gli stipendi dei tesserati 4 volte di più rispetto a quanto investe per sostenere tutti gli altri costi strutturali. Quindi la Fiorentina spende più di quanto potrebbe permettersi, dovendo dunque sempre di più sviluppare il fronte commerciale (oggi è il 15 % del conto totale). Gli incassi da biglietteria superano di poco il 5 %.
Primo concetto come premessa: a fronte dei versamenti effettuati (quasi 280 milioni documentati) in 15 anni i Della Valle non hanno intascato un euro. Nelle stagioni in cui i conti sono stati positivi, i guadagni sono stati trasferiti sul bilancio successivo a copertura delle perdite pregresse.
Secondo concetto: il bilancio della Fiorentina considera l’anno solare.
Terzo concetto: in media la Fiorentina ha pagato fra gli 8 ai 10 mln di procure, una cifra che messa in relazione ai ricavi è inferiore rispetto a quella delle società medio alte. L’importanza delle plusvalenze si rivela dunque determinante per tutti i club, a maggior ragione per la Fiorentina costretta a confrontarsi con il fair play finanziario dopo il clamoroso ’rosso’ di 40 milioni del 2014, l’anno successivo all’arrivo Gomez. Due miniesempi: gli ammortamenti per i costi di Gomez hanno interessato il bilancio 2016, quelli per Rossi anche quello 2017.
La Nazione