
Per vincere bisogna segnare e per segnare bisogna tirare in porta: ci è riuscita due volte la Fiorentina contro l’Empoli che ha giocato un tempo in 10 e gli ultimi affannati minuti in 9, festeggiando ogni palla conquistata durante l’assedio come se fosse un gol. Il maestoso ruminare della Fiorentina è rimasto un esercizio di volontà e chi è subentrato per cambiare la partita in attacco (Sottil, Gonzalez, nel finale Cabral) non ha aggiunto quella determinazione che serve per innescare un destino diverso. Italiano ai bordi del campo ha corso, inutilmente, più di Ikoné. Lo scrive Giorgetti su La Nazione.