PRECEDENTI ATALANTA-FIORENTINA
I precedenti disputati a Bergamo tra la Dea ed i viola sono i seguenti: su 57 incontri l’Atalanta ne ha vinti 20 e persi 14 i pareggi sono 23.
Gli ultimi anni sono stati caratterizzati da trend alternati. La Fiorentina non vince in casa dei nerazzurri dal 2015/16 (Atalanta-Fiorentina 2-3), ma prima di quella partita aveva ottenuto i tre punti per quattro incontri di fila.
Due anni fa la partita del Gewiss Stadium è terminata sul risultato di 3-1: a decidere il match le reti di Gosens, Gomez ed Ilicic, mentre per la viola andò in rete Muriel, grande ex di giornata. Lo scorso anno, invece, si giocò sul neutro del Tardini di Parma: 2-2 il risultato. Per la Fiorentina ci fu il gol di Ribery e l’autorete di Palomino, poi la Dea riequilibrò il match con Castagne e Ilicic.
COME CI ARRIVA L’ATALANTA
L’Atalanta deve ritrovare serenità e il miglior modo per centrare l’obiettivo è raggiungere una continuità di risultati. Il gruppo – nelle ultime settimane – è stato scosso dal caso scoppiato tra il Papu Gomez e mister Gasperini. Un’accesa discussione tra i due avrebbe portato forti attriti nello spogliatoio, ma da Bergamo ogni atto estremo sembra essere stato scongiurato: “L’allenatore rimarrà al suo posto, così come il capitano“, ha rivelato l’ad Luca Percassi a Sky Sport. Il risultato conquistato in casa dell’Ajax ha testimoniato che la squadra è unita e pronta a riprendersi i punti persi sin qui in campionato.
Gli orobici devono recuperare la partita contro l’Udinese, match saltato causa maltempo. L’Atalanta ha però conquistato appena 14 punti in nove gare, frutto di quattro vittorie, due pareggi, tre sconfitte. La formazione di Gasperini sta soffrendo soprattutto in casa, dove ha vinto una sola volta (Atalanta-Cagliari 5-2): poi un pareggio (vs Inter) e due sconfitte (vs Sampdoria e Verona). La media di due gol realizzati a partita (18 in nove gare) conferma la bontà del lavoro nerazzurro in fase offensiva, ma da perfezionare è la difesa. Sono 16 le reti subite e – eccezion fatta per il match con lo Spezia (0-0) la porta bergamasca è stata sempre bucata. I migliori marcatori in campionato sono Papu Gomez e Luis Muriel, entrambi già a quota quattro gol.
COME CI ARRIVA LA FIORENTINA
Il cambio allenatore non sembra aver ridato entusiasmo al gruppo viola. Cesare Prandelli ha ereditato la squadra di Iachini a fine novembre, ma sin qui ha raccolto due sconfitte (vs Milan e Benevento) e un pareggio (vs Genoa). L’unica soddisfazione è aver centrato la qualificazione agli ottavi di finale di Coppa Italia, ottenuta superando l’Udinese alla Dacia Arena ai tempi supplementari. Gli obiettivi stagionali, però, sono ben altri, e la Fiorentina deve tornare assolutamente a vincere in campionato. Un risultato che manca dal 25 ottobre (Fiorentina-Udinese 3-2).
Il cammino è tutto in salita, visto e considerato che la Fiorentina non ha ancora mai vinto in trasferta. Il bilancio parla di due pareggi e tre sconfitte. Mister Prandelli ha ridato ordine alla difesa, la seconda meno battuta (16 gol presi) tra le squadre che lottano per la salvezza – meglio solo l’Udinese con 12 -. Da migliorare, però, è la lucidità sotto porta: sono 11 le reti realizzate, appena due nelle ultime cinque partite. Tra i singoli meritano menzione i numeri di due giocatori. Gaetano Castrovilli è il miglior marcatore stagionale dei Viola (4 gol), mentre Biraghi – rientrato dal prestito all’Inter – l’uomo assist: è già a quota tre.
MODULI E TATTICA GASPERINI
L’Atalanta sta vivendo sicuramente uno dei periodi più rosei della sua ultracentenaria storia, infatti, dopo anni di disperate lotte per rimanere in Serie A, la squadra bergamasca sta riuscendo nell’impresa di imporsi come una delle prime della classe nel nostro campionato ed il merito di tutto ciò lo si deve principalmente ad un grande allenatore: Gian Piero Gasperini. In 4 anni, il tecnico piemontese è riuscito a portare la sua squadra ad ottenere una qualificazione in Europa League, una ai preliminari di Europa League e 2 storiche qualificazioni alla fase a gironi di Champions League. In questo quadriennio l’Atalanta ha compiuto un grandissimo e veloce percorso di evoluzione, sfornando moltissimi talenti dal proprio settore giovanile dal quale è riuscita a ricavare elevate plusvalenze; quest’anno, però, la Dea è chiamata a fare il difficile passo di riconfermarsi per dimostrare di essere una solida realtà del nostro calcio e a provare ad ottenere anche importanti risultati a livello europeo.
Fase di possesso
In fase di possesso l’Atalanta si dispone in campo con un modulo di tipo 3-5-1-1, con Pasalic che rimane sulla linea dei centrocampisti e lascia davanti a sé Gomez, libero di svariare su tutta la trequarti offensiva.
Al momento dell’ingresso in campo di Malinovskyi, Pasalic ha arretrato la sua posizione, mentre De Roon si è spostato sulla linea difensiva. Successivamente, con l’ingesso di Ibanez, De Roon è tornato a centrocampo con il conseguente avanzamento di Pasalic e Gomez, quest’ultimo rimasto prima punta.
Costruzione: l’Atalanta predilige una costruzione dal basso in cui uno dei difensori, specialmente Palomino, riceve palla dal portiere e successivamente scarica su uno dei centrocampisti centrali. In questo momento uno dei centrocampisti arretra sulla linea difensiva permettendo così l’avanzata di uno dei difensori.
Proprio per questo motivo, l’Atalanta predilige l’uso di difensori dotati di buone capacità atletiche, specialmente di velocità, perché in caso di errore in fase di avvio dell’azione devono essere molto rapidi a recuperare la posizione. Nel caso in cui l’appoggio su un centrocampista centrale non è possibile a causa del forte pressing avversario, il difensore effettua un lancio per gli esterni, i quali sono molto abili a trovare spazio e liberarsi della marcatura.
Sviluppo: la scaglionatura del centrocampo è molto accentuata; un trequartista arretra per ricevere palla e portare con sé il marcatore avversario in modo da liberare spazio sulla trequarti per l’avanzata degli esterni, questi ultimi hanno il compito di ricevere palla per poi cercare lo scambio con un centrocampista oppure direttamente con la punta e di attaccare la profondità. Così facendo, l’Atalanta porta moltissimi uomini nella metà campo avversaria creando molta densità.
Rifinitura: la squadra di Gasperini predilige lanci per l’esterno che ha attaccato la profondità, oppure, nel caso in cui gli avversari abbiano lasciato spazi tra il centrocampo e la difesa, vanno a cercare un trequartista in questa zona. A volte è la punta stessa che, invece di attaccare la profondità, rientra per offrire un appoggio al compagno. In quest’ultimo caso, uno dei trequartisti effettuerà una sovrapposizione per attaccare l’area.
Finalizzazione: la squadra Orobica effettua dagli esterni molti cross bassi e tesi in mezzo. All’interno dell’area crea infatti una grande densità con l’inserimento dei 2 trequartisti, della punta e di un centrocampista. Per sorprendere le difese avversarie vengono effettuati anche molti cross lunghi a cercare direttamente il taglio dell’esterno opposto. Anche Gomez crea molta pericolosità quando riceve palla fuori area, essendo dotato di ottime capacità balistiche, molte volte prova la conclusione diretta in porta.
Durante le fasi iniziali e centrali della partita l’Atalanta, appena recuperata palla, cerca un contropiede veloce attraverso lanci per gli esterni oppure per la punta, mentre, nelle fasi finali di primo e secondo tempo, causa la stanchezza, preferisce consolidare il proprio possesso e compiere una costruzione più lenta.
FASE DI NON POSSESSO
Durante la fase di non possesso l’Atalanta si dispone con un modulo di tipo 5-3-2, in cui gli esterni di centrocampo arretrano sulla linea difensiva, un trequartista torna a centrocampo e in zona più avanzata rimangono la punta e un trequartista, solitamente Gomez. Da notare è la grande aggressività con cui gli uomini di Gasperini effettuano questa fase di gioco.
Questo modulo di gioco durante la partita è stato cambiato al 71’ con l’ingresso in campo di Ibanez, diventando un 5-4-1.
1°azione difensiva: la Dea compie un fortissimo pressing con tutta la squadra che si muove in funzione del portatore di palla avversario, compresi i difensori che in caso di necessità arrivano anche oltre la metà campo.
Difesa/centrocampo: in difesa viene effettuata una mercatura a uomo, con uno dei difensori che si stacca per dare pressione su un centrocampista avversario. Gli esterni che convergono in difesa si accentrano molto, lasciando così però ampi spazi sulle corsie laterali. Il centrocampo invece attua una copertura in modo scaglionato.
TRANSIZIONI NEGATIVE
Perso il possesso, il primo obiettivo dell’Atalanta è quello di ricompattarsi il più velocemente possibile. Il difensore che aveva alzato la propria posizione durante la fase di costruzione ritorna e gli esterni si accentrano per creare densità. Successivamente viene ricercato con grande aggressività un veloce recupero del possesso.
CONCLUSIONI
Questa Atalanta di Gasperini è sicuramente una squadra molto organizzata che interpreta al meglio il gioco voluto dal suo allenatore. Si può individuare come suo punto di forza principale la capacità di non dare punti di riferimento agli avversari, inoltre, ha la capacità di avere sempre a disposizione più soluzioni in fase offensiva. Ciò che stupisce però, è la grande duttilità dei giocatori, infatti, da partita a partita e durante la partita stessa, accade frequentemente che i giocatori si trovino ad eseguire ruoli diversi dai loro “naturali”. Nonostante ciò, riescono ad interpretarli al meglio. Quest’ultimo aspetto è segno di come l’allenatore è riuscito a trasmettere la sua mentalità e le sue idee di gioco ai giocatori in modo eccellente.
Un suo punto debole, invece, è il contropiede avversario. Se l’avversario è abile a saltare la prima linea di pressione con un dribbling o un passaggio, molto spesso la difesa bergamasca si trova in inferiorità numerica ed è costretta a fare fallo.
Se questa squadra riuscirà a continuare questo percorso di crescita intrapreso e ad acquisire esperienza avrà ancora molto da dire sia nel campionato italiano sia in campo europeo, sorprendo sempre di più.
UOMO CHIAVE: GOMEZ
Soprannominato El Papu, può giocare come ala, come seconda punta o trequartista. Dotato di grande velocità in progressione e di una notevole tecnica individuale, possiede inoltre buona abilità nei dribbling (grazie anche al suo baricentro basso), oltre che un buon tiro dalla distanza.
Gomez è un giocatore offensivo duttile, essendo stato schierato sia come seconda punta, che come ala, che come trequartista. Le sue migliori qualità sulla tecnica pura e la rapidità, riuscendo spesso a saltare l’uomo e involarsi verso la porta avversaria. Ha un tiro potente che sa calciare con entrambi i piedi, abile nelle punizioni e nei rigori. Non è uno degli attaccanti più prolifici venendo spesso impiegato lontano dalla porta, ma realizza ogni stagione un gran numero di assist. Le sue carenze riguardano il fisico, non arrivando a 170 centimetri, per cui non è il gioco aereo la sua arma migliore.
Se esiste un Diez nel nostro campionato che sappia combinare le caratteristiche del trequartista vecchio stile con quelle del Dieci moderno, questo è il Papu Gomez. Il suo idolo è Alex Del Piero, del quale spesso ha emulato la giocata tipo, ma si potrebbe dire – con tutte le differenze del caso – che del Dieci juventino per antonomasia Gomez è l’evoluzione. Il Papu riesce a combinare più modi di essere numero Dieci, Gasperini gli affida grandi responsabilità nella costruzione della manovra offensiva, e al tempo stesso lui trova il modo di risolvere le partite con una giocata. Capacità tattiche e tecniche sopra la media, un grande legame con la città e gli importanti risultati ottenuti lo hanno reso il Diez di Bergamo: il tutto con particolare simpatia e personalità anche fuori dal campo.
Potrebbe sembrare un paradosso, ma Gomez è un numero Dieci innovativo sotto molti aspetti, che allo stesso tempo però ricorda in alcune giocate i Diez di cui ormai abbiamo memoria solo con nostalgia. Con il tempo il Papu ha saputo reinventarsi, è riuscito a mettere la sua classe a disposizione del collettivo e da qualche anno ne possiamo ammirare la sua massima espressione all’Atalanta. Nella Dea Gasperini è riuscito a costruire una squadra che fosse guidata dai movimenti dell’argentino, dalle sue giocate, dai suoi inserimenti. E, se nel primo anno Gomez era qualcosa di molto simile ad una seconda punta, ora il Diez nerazzurro è senza dubbio il regista offensivo della squadra, vero accentratore di tutte le giocate di attacco dei bergamaschi
Nei primi due anni della gestione Gasperini Gomez era solito partire molto largo a sinistra, per poi accentrarsi sfruttando il lavoro “sporco” di Petagna. Durante quella stagione infatti il vero bomber atalantino era il Papu, che chiuse l’anno mettendo a referto 16 gol in campionato, numeri mai nemmeno sfiorati in tutta la carriera. Era una sorta di seconda punta che sfruttava i movimenti dell’attaccante di peso, un’espressione del Dieci più vicina a quella dei trequartisti di vent’anni fa che a quella dei Diez moderni.
Poi l’anno scorso qualcosa è cambiato, e da quel momento abbiamo potuto ammirare un giocatore più completo, più vicino alle esigenze del calcio attuale, capace di legare le sue giocate all’esito complessivo della prestazione della squadra. Gasperini gli ha affidato compiti di regia e di costruzione della manovra, in modo che i due centrocampisti centrali fossero del tutto sgravati da qualsiasi compito di regia. Papu da due anni a questa parte è solito partire sempre dalla porzione sinistra del campo, per poi però abbassarsi in mezzo alla linea dei centrocampisti con il compito di gestire la prima fase d’impostazione. Durante la passata stagione infatti non ha brillato in fase di realizzazione, segnando appena sette gol in campionato, ma è riuscito a raggiungere l’apice nella sua carriera in termini di rifinitura e presenza nella costruzione offensiva. Oltre agli undici assist messi a referto, ha concluso la stagione con 46 passaggi di media a partita superando l’80% di precisione.
Nalla stagione in corso il Papu sembra ormai aver assorbito entrambe le versioni di se stesso, entrambe le sfaccettature del Diez. Viene ancora a prender palla molto basso, costruisce la manovra da vero regista offensivo, ma sembra anche aver ritrovato la via del gol, e non solo grazie ai suoi inserimenti in area di rigore, che rispetto alla scorsa stagione sono aumentati forse anche a causa dell’assenza prolungata di Duvan Zapata. Quest’anno Gomez è tornato a decidere le partite anche con una sola giocata: il gol più importante dell’anno fino a questo momento, un gol storico per l’Atalanta, non poteva che segnarlo lui. Una giocata da Diez puro: sposta la palla, tunnel all’avversario e pallone all’angolino. Tutto questo è il Papu, il Diez di Bergamo.
GIOVANE PROMESSA: LAMMERS
Lammers è un attaccante completo ben dotato fisicamente (189 cm per 77 kg). In campo occupa con disinvoltura il ruolo di punta centrale, bravo nel gioco di sponda e nel dialogo con i compagni oltre che nel gioco aereo.
Nonostante la stazza e un giocatore a cui piace partecipare alla manovra e dialogare con i compagni per poi arrivare a finalizzare l’azione attraverso azioni manovrate da perfetta tradizione olandese.
Dotato di una buonissima tecnica e velocità di esecuzione Sam Lammers colpisce anche per la capacità di calciare benissimo con entrambi i piedi nonostante sia un mancino, qualità non comune soprattutto per i calciatori mancini.
MARZIO DE VITA
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