
Nonostante Franck Ribery e compagni avessero un rapporto schietto e di stima con l’allenatore Beppe Iachini, la sua conferma voluta da Commisso è stata percepita come una mannaia sulle ambizioni. Da quel momento il malessere si è diffuso a macchia d’olio, in molti hanno iniziato a porsi domande sulla reale volontà di crescita del club viola. L’idea generale del gruppo era che servisse un altro profilo in panchina per raggiungere un posizionamento buono per raggiungere l’Europa. Da lì si è scatenato il cortocircuito generale che ha trovato terreno già fertile in quella prima annata in salita. Proprio per questo al termine di questa stagione saranno necessari vari cambiamenti, forse già a cominciare dal direttore sportivo. Oggi molti giocatori scendono in campo con addosso la maglia della Fiorentina ma con la testa già altrove. Soprattutto perché c’è meno trasporto. Insomma, la miccia che si era innescata diciotto mesi fa si è affievolita. Nel gruppo non ci sono spaccature, certo, ma Prandelli dovrà fare del suo meglio per recuperare le motivazioni. Lo scrive il Corriere Fiorentino.
“Difficile che Pradè rimanga alla Fiorentina. Carli, Mirabelli o Petrachi i possibili successori”