
Nelle pagine del Corriere dello Sport oggi troviamo un’intervista a Dusan Vlahovic, centravanti della Fiorentina, ecco alcuni estratti. “Percepii subito grande fiducia. E dentro di me dissi: ricominciamo da capo, ora devo dare il duemila per centro”.
“Se mi è mai pesata l’etichetta serba di “nuovo Ibrahimovic”? I paragoni a me non sono mai piaciuti. Sia chiaro, è un onore essere accostati ad un campione come Zlatan, ti dà anche una buona dose di responsabilità, ma un ragazzo deve sempre mantenere il suo equilibro, perchè c’è anche il rischio di bruciarsi. Nel calcio come nella vita servono umiltà, spirito di sacrificio, propensione di ascoltare tutti, specie chi può darti consigli e suggerimenti. Poi tocca a te restare te stesso”.
“Nel giorno libero tra cyclette e pesi? Non è sempre così, ma adesso che sto cominciando a fare qualcosa, devo spingere ancora di più, devo allenarmi con più foga. Ribery? Mi ha dato fin dall’inizio tanti consigli pratici, sul campo, ma mi ha anche dato una mano fuori. Quando ero giù di morale lui mi parlava dicendomi di non mollare. E’ sto così che ho capito cosa significhi essere un campione sul rettangolo verde e nella vita. E Franck lo è, gigantesco ovunque”.
“Ho un contratto con la Fiorentina fino al 2023. A Firenze sto benissimo, mi amano. Sono arrivato ragazzino e mi ritrovo uomo. Ci sarà tempo e modo più avanti di parlare. In questo momento io sono concentrato sulle 11 finali che ci aspettano. Pioli? Mi ha regalato la gioia dell’esordio in A, benché non fossi pronto. Per tutto questo posso solo ringraziarlo. Prandelli? Mi ha dato fiducia in un momento che per me era complicato”.