Da mito, «di quelli che amo proprio», come ha sottolineato pure domenica, ad avversario da battere. Dusan Vlahovic sta già schiacciando il piede sul gas. Vuole convincere Iachini, al di là della doppietta di Marassi – la terza stagionale dopo quella di Cagliari in campionato e col Monza in Coppa Italia- di meritare lui una maglia da titolare, anche per misurarsi con chi la storia l’ha fatta a suon di gol. Perché la sfida del Franchi può diventare anche il match degli Ibrahimovic contro: da una parte quello…originale, salutato con un bentornato social pure dalla Fiorentina in occasione del suo approdo al Milan dopo l’esperienza americana, e dall’altra il giovane potenziale erede, che in patria da sempre hanno accostato al campione svedese.
Dusan non si è mai lasciato travolgere dal peso del paragone. Ha guardato avanti, una sorta di caterpillar programmato per cercare di raggiungere la perfezione, ha studiato tutti i più forti attaccanti, da Van Basten a Lewandoski, salvo poi preoccuparsi di essere semplicemente se stesso. La Fiorentina, squadra che l’ha acquistato appena diciottenne, è diventata fin da subito la sua nuova famiglia e per un sorriso della sua gente, il gigante serbo, è pronto a tutto.
Presto, come confermato anche dal ds Pradè, il suo entourage si siederà al tavolo della trattativa per discutere del prolungamento del contratto, perché ormai da qualche mese su di lui si sono accesi i riflettori del calcio che conta, italiano e non solo.
La Roma lo aveva individuato come vice Dzeko, il Napoli come terminale off ensivo degioco di Gattuso, eppure di questa potenziale pioggia di milioni la Fiorentina di Rocco Commisso non ha nemmeno voluto sentir parlare. Gli è stata costruita una muraglia attorno.
«Ricevo tante chiamate per Vlahovic, dalla Premier e dai principali campionati europei – ha spiegato a calciomercato.it l’agente del ragazzo, Darko Ristic -, sono tutti impazziti per lui. Dusan è un calciatore importante per il presente e per il futuro della Fiorentina: il ragazzo è contento e in un mese ci metteremo a discutere di rinnovo».
Non ha voluto scendere nel dettaglio spiegando della Roma e del suo desiderio nemmeno troppo nascosto di averlo in rosa, ma i sondaggi ci sono stati eccome. Anche per questo, come accaduto con Castrovilli e i fi gli del vivaio, si è subito immaginato di programmare il futuro, per evitare qualsiasi possibilità di distrazione.
Corriere dello Sport