È proprio vero che la partita non è finita finché non è finita, come diceva un saggio del passato. Ed è proprio vero che la Fiorentina in dieci uomini ha eliminato l’Atalanta con un tiro di un difensore, Milenkovic, che ha esibito una noncuranza, quasi un’indifferenza, nel controllare il pallone con la coscia e calciarlo con suprema semplicità nell’angolo lontano da lasciare tutti i tifosi viola nel vittorioso stupore.
Non è la prima volta che la Fiorentina di Italiano pesca nel suo repertorio un colpo simile, ma questo fragoroso dettaglio esalta l’impresa dei viola che hanno giocato una buonissima partita onorata da tre gol. E non si segnano tre gol se non si ha il carattere per segnarli. Sono queste le vittorie, con un finale da film, che dovrebbero dare morale alla squadra e indirizzarla verso il meglio di sé stessa, ma il calcio è un semplice mistero, ragion per cui dobbiamo aspettare dopo la bella prova anche la riprova.
La Fiorentina ha avuto il merito di cominciare bene la partita e la capacità di finirla meglio trovando anche il cambio giusto con l’ingresso di Milenkovic , al posto del peso leggero Maleh, Milenkovic non aveva il compito di risolvere i problemi in attacco, ma quelli in difesa, soprattutto dopo l’espulsione di Quarta, ma nei minuti di recupero, che ormai sono più decisivi e memorabili rispetto agli altri, succedono spesso i fatti che illustrano le partite. Con questa vittoria la Fiorentina potrebbe ritrovare i suoi momenti migliori: Italiano dispone di un buon organico nonostante la partenza di Vlahovic che, almeno in questa occasione, il popolo viola — e la sua squadra — dovrebbero dimenticare. O fingere di dimenticare. Lo scrive il Corriere fiorentino
GASPERINI NON L’HA PRESA BENISSIMO