Paulo Sousa ha parlato al Corriere dello Sport, queste le sue parole:
“Sto attraversando una fase di recupero fisico e mentale dopo sei stagioni davvero molto intense, comprese le ultime due a Firenze, che sono state importanti”
In questi due anni abbiamo proposto dinamiche di gioco interessanti, che verranno ricordate. Ho avuto la fortuna di avere a che fare con ragazzi esemplari. Ho cercato di legare tutte le componenti del match in un unico insieme, ma probabilmente non ci sono riuscito.
“Mercato di gennaio 2016? Qualsiasi allenatore si fosse trovato in testa per la prima volta nella storia della proprietà del club si sarebbe aspettato una reazione diversa da parte della società e della proprietà. Diego Della Valle, invece, non ha dato molto spazio ai miei consigli, discorso diverso per Andrea. È stato presente spesso, ma senza entrare nelle decisioni concrete dell’operatività del club, salvo in un paio volte, proprio a gennaio, durante il mercato.Andrea Della Valle veniva a incoraggiarci ma non era operativo. Per ribadire che la società non avrebbe finalizzato quello che dirigenti come Rogg e Pradè avevano in pratica già definito e dove anch’io avevo speso molte energie. Da quel momento in poi ho pensato solo al campo, anche durante la gestione Corvino, limitandomi ad indicare le priorità per migliorare la squadra”
Serve equilibrio tra aspettative e processo di crescita. Pioli deve avere la possibilità di lavorare. Si tratta di una squadra diversa dalla mia, anche se l’obiettivo Europa lascia presupporre una squadra superiore rispetto a quella della passata stagione.
Corvino dopo aver ereditato una squadra non sua e un allenatore non suo, da due anni a questa parte sta provando a far valere le sue convinzioni. Certo, ci sono state molte cessioni eccellenti.
Borja Valero e Vecino sono tra i mediani più forti della serie A. Trattenere Bernardeschi era impossibile ma si sente orgoglioso di aver giocato nella Fiorentina. Kalinic? Con lui persa molta qualità umana e professionale, ma guadagnata una grande plusvalenza
Su Chiesa deve maturare su diversi concetti di gioco, ma è già una grande certezza. Ha sorpreso tutti, anche me”.
Simeone può diventare un simbolo e un riferimento dei tifosi. A lui e Babacar servono spazio e continuità”.