Giovanni Simeone ha parlato al Corriere dello Sport, queste le sue parole:
Genoa, Fiorentina e poi Cagliari. Un passo indietro nella sua carriera?
«Assolutamente, no. Sono sempre andato dove ho sentito la fiducia dell’ambiente nei miei confronti, quando ho capito che il mister mi voleva così tanto e che il presidente Giulini era pronto a grandi sacrifici pur di avermi, non ci ho pensato un attimo a dire sì».
E poi c’è quel pensiero fisso del suo Capitano…
«Ci penso sempre ed è stata una grande emozione fin da quando ero sull’aereo che mi portava in Sardegna. Ho una foto che mi ha dato la sua famiglia, con la sua immagine che, seduto sulle nuvole, guarda Firenze dall’alto, concentrandosi sullo stadio. Ho una sua cartolina nell’armadietto ad Assemini e una alla Sardegna Arena, un’altra in macchina. Ancora faccio fatica a pensare che sia successo davvero».
Un ricordo particolare che la lega ad Astori?
«Ce ne sono tanti, ma mi viene in mente l’ultimo episodio che mi è accaduto. A Napoli mentre le squadre entravano in campo ho sollevato lo sguardo verso gli spalti e ho visto in grande il numero 13. Era un semplice numero di un ingresso sotto una scala, ma in quel preciso istante ho pensato a lui e ho capito che quel giorno sarebbe stato impossibile fallire in campo».
Uno stimolo in più per lei, anche se probabilmente non ne ha un gran bisogno…
«Mi hanno fatto sentire a casa qui a Cagliari. Il Direttore mi ha convinto subito dicendo che se avessi firmato a inizio settimana, sarei stato in campo già contro l’Inter. Da quel momento in poi ho cercato di fare sempre del mio meglio».
Cagliari sarà solo un momento di passaggio della sua carriera?
«Sono sicuro di no, perché qui c’è entusiasmo e una squadra tosta fatta di giocatori che vogliono lottare su ogni palla e dare battaglia. Come piace a me. A Firenze le cose non stavano funzionando bene e io volevo allegria, volevo tornare a sorridere e il Cagliari mi ha dato questa opportunità»